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Pubblicato il 6 Aprile 2024 | da Valerio Caprara

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Zamora

Zamora Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: 1965. Walter, contabile di Vigevano, è stato appena assunto dalla fabbrica del cavalier Tosetto. Il boss è fissato con le partitelle di calcio aziendali e il neo dipendente è costretto a millantare di sapere giocare in porta, ma le sue prime penose prestazioni lo rendono zimbello dei colleghi che per sfotterlo lo soprannominano Zamora...

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Piccolo non vuol dire scarno e tenero non vuol dire dolciastro. A differenza di qualche recente commedia ridanciano-retorica, “Zamora” è una pregevole opera prima che ambienta un racconto sul riscatto e l’amicizia in una città e un’epoca cruciali per la letteratura, la musica e il cinema dei nostri anni Sessanta. Un ulteriore merito di Neri Marcorè, attore, cantante e imitatore all’esordio da regista, è quello di averlo tratto dal romanzo omonimo del rimpianto Roberto Perrone, eccellente giornalista e scrittore raffinato: solo su questa base -un mix di atmosfere meneghine vintage, nostalgia per l’essenza perduta  delle passioni popolari e riproposta originale dei temi che contraddistinguono il filone sportivo- poteva infatti riuscire così bene un’incursione collaterale nell’universo autoreferenziale del calcio, quasi sempre fallita anche nei più ambiziosi tra i tentativi precedenti. Il protagonista Walter (Paradossi), contabile di Vigevano appena assunto da una rampante “fabrichèta” milanese, assomiglia non poco agli omologhi personaggi perplessi e spaesati catapultati nel cuore della Milano del Boom economico che sopravvivono nelle pagine oggi desuete di Brera, Mastronardi, Bianciardi e nelle immagini dei film di Olmi, Missiroli, Ferreri (ma c’è anche una citazione di “Il sorpasso” di Risi: “Non habemus cric, desolatus!”). Il boss Tosetto, tifoso pazzo dell’Inter, è fissato con le partitelle aziendali e il remissivo neo dipendente è costretto a millantare di sapere giocare in porta, ma le sue prime patetiche prestazioni lo rendono zimbello dei colleghi che per sfotterlo lo soprannominano Zamora ovvero lo spagnolo tra i più grandi numeri 1 di sempre (quando i numeri sulle maglie erano sacrosantamente fissi). Considerando anche che il lungagnone è assai imbranato con le ragazze, l’incontro (a pagamento) con l’ex portiere del Milan Cavazzoni (Marcorè), caduto in disgrazia per un brutto affare e ormai malridotto ed emarginato, gli servirà per imparare a cavarsela sia tra i pali, sia nello stare al mondo. L’accattivante e rapsodica vicenda si svolge nel 1965, quando si discute di Fellini, si ascolta “Il mondo” di Fontana e soprattutto si guardano le multiple e popolarissime trasmissioni in tv di Mike Bongiorno, ma l’aspetto migliore del sobrio amarcord sta nel contesto nebbioso o piovoso eppure ricolmo di speranza e fiducia nel futuro nonché nelle recitazioni credibili e coinvolgenti del baldo Paradossi, dello stesso Marcorè che si ritaglia il ruolo dell’angelo caduto e di impagabili comprimari come Gastini, Ferraioli Ravel, Esposito, Storti, Poretti e Catania.

ZAMORA

COMMEDIA – ITALIA 2023

Un film di Neri Marcorè. Con: Alberto Paradossi, Neri Marcorè, Marta Gastini, Anna Ferraioli Ravel, Giovanni Esposito, Antonio Catania, Pia Lanciotti, Giovanni Storti

 

 

 

 

 

 

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