Recensioni

Pubblicato il 3 Marzo 2023 | da Valerio Caprara

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UNA RELAZIONE PASSEGGERA

UNA RELAZIONE PASSEGGERA Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Parigi, oggi. La relazione clandestina tra Charlotte, madre single sulla cinquantina e Simon, quarantenne sposato con figli

3.3


A lezione dai francesi. Mettere a confronto una commedia romantica d’oltralpe con una nostrana porta a cospargerci il capo di cenere: non c’è partita, ahinoi, per originalità, disinibizione, acutezza psicologica, cultura non pretenziosa o politicizzata bensì connaturata: le stesse qualità grazie alle quali “Una relazione passeggera” resterà sicuramente uno dei migliori titoli dell’anno. Il marsigliese Mouret, infatti, raccontando la relazione clandestina tra Charlotte (Kiberlain), madre single sulla cinquantina e Simon (Macaigne), quarantenne sposato con figli cesella sviluppi coinvolgenti grazie al rimpallo dei dialoghi carichi d’ironia, alle situazioni spinte ma credibili, ai piani sequenza che rincorrono i percorsi degli amanti e ne dettano i tempi insieme alle annotazioni riflessive. I topoi romantici sono certo rispettati, però sempre deviati dalla funzione abituale: dalle camere d’albergo alle gite in bicicletta passando per le passeggiate sulle strade di Parigi, la malizia sfiora spesso la parodia e viceversa (la sequenza dell’abbordaggio nel locale fa invidia a Woody Allen) facendo sì che la cronaca, appunto, di una relazione passeggera si trasformi nell’intreccio amoroso con acclusa analisi morale che i francesi chiamano “marivaudage” (da Marivaux, ma la tradizione letteraria evocherebbe anche Madame de Sévigné e Madame de Lafayette, Choderlos de Laclos e Diderot) in cui i protagonisti s’incontrano, si lasciano, si ritrovano e interagiscono con i comprimari. I litigi, poi, costituiscono un gioco nel gioco anche perché –tocco di classe- quando uno dei due esprime un dubbio oppure mente l’altro non ne capisce quasi mai il perché, come se l’adulterio si basasse sul fraintendimento permanente.

La lentezza maschile, insomma, non può competere con la velocità femminile. Si pensi, per esempio, all’appuntamento al museo, dove Charlotte si lascia trascinare da una violenta satira della passione e di tutto ciò che ai suoi occhi è ridicolo al cospetto di un Simon imbarazzato. Oppure a quando quest’ultimo inizia a leggere ad alta voce un brano di un libro scelto a caso nel tentativo di mostrarsi colto e raffinato e Charlotte lo invita a rimandare l’esibizione a dopo. Dopo qualche mese Charlotte e Simon azzardano esperienze erotiche più trasgressive e trendy -senza peraltro indulgere alle pacchianerie modello sanremese- e il secondo a un certo punto se n’esce con la battuta “siamo stati eleganti”, alludendo, ovviamente in veste di alter ego del regista, alla struggente caducità degli amori che avrebbero potuto diventare qualcosa d’importante e invece no, è andata così, meglio non pensarci più… Certo non esistono regole in materia, ma almeno una il film la teorizza: un triangolo amoroso non è mai così bello come quando uno dei suoi lati si autoelimina soffrendo in silenzio. La leggerezza del racconto è sempre ingannevole, però bisogna attendere l’epilogo perché il regista decida di emozionarci apertamente: “Che felicità, che dolce gioia, che fortuna essere tristi”.

 

 

UNA RELAZIONE PASSEGGERA

COMMEDIA SENTIMENTALE – FRANCIA 2022 

Un film di Emmanuel Mouret. Con Sandrine Kiberlain, Vincent Macaigne, Georgia Scaillet, Maxence Tual, Pierre Giraud

 

 

 

 

       

 

 

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