Un mondo a parte
Sommario: Il maestro Michele in servizio a Roma chiede e ottiene d’essere trasferito in una scuola elementare della Marsica. Grazie all’aiuto dei sette scolari, della vicepreside Agnese e degli onesti villici s'integrerà sino a diventare un leader della lotta contro lo spopolamento, la natalità zero, la rassegnazione e il cambiamento climatico.
1.5
Fa piacere che con il suo tredicesimo film Riccardo Milani dedichi un affettuoso omaggio alla Regione Abruzzo e in particolare ai remoti contrafforti montani dove (soprav)vivono i discendenti dell’insigne poeta D’Annunzio (anche se è difficile immaginarlo fan di “Le novelle della Pescara” o “La figlia di Iorio”). E fa ancora più piacere che il cosceneggiatore Michele Astori e il direttore della fotografia Saverio Guarna abbiano condiviso il proposito di perlustrare in lungo e in largo una manciata di pittoresche località dell’Alto Sangro come Opi (nel film ribattezzata Rupe) incluse nell’area protetta del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Fa meno piacere, a dire il vero, che la favoletta intitolata “Un mondo a parte” sia talmente inondata di miele -per restare alle eccellenze gastronomiche del territorio- da rendere arduo per tutti azzardare un parere che possa prescindere dalla glicemia alterata. In ogni caso è per di più inevitabile metterlo a confronto con le numerose commedie basate sulle goffaggini del cittadino catapultato in un rustico eremo e se solo pensassimo, per esempio, a un classico come “Scappo dalla città – La vita, l’amore e le vacche” sorgerebbe immediato il sospetto che stavolta si sia esagerato con il retorico e l’edificante. Succede che il maestro Michele (Albanese), dopo quarant’anni di onorato servizio nella capitale dove dilagano violenza e bullismo, chieda e ottenga d’essere trasferito in una scuola elementare della Marsica ma -come se provenisse da Marte anziché da Roma- calza i mocassini sulla neve e non sa accendere una stufa… Grazie all’aiuto dei sette scolari della pluriclasse, della vicepreside Agnese (Raffaele) e dei bofonchianti ma onesti villici imparerà a integrarsi sino a diventare un leader della lotta contro lo spopolamento, la natalità zero, la rassegnazione (che lì “si mangia a morsi come la scamorza”) e visto che ci siamo anche il cambiamento climatico e le condizioni degli emigranti. La gentile mestizia dell’Albanese drammatico e la sovraccarica presenza della novizia (al cinema) Raffaele rendono gradevole il viavai di gag e burlette, il cui vero punto di forza risiede peraltro nel resto del cast composto da impagabili personaggi locali, per lo più chiamati a interpretare brillantemente sé stessi. Il problema sorge per chi, rischiando d’essere assegnato d’ufficio al reparto cattivi, provi un certo disagio al cospetto dei messaggi più didascalici, dalla nobile purezza della Natura i cui eroi sono cervi, aquile e lupi (magari tralasciando i puledri che costituiscono il menu di quest’ultimi) all’educazione sessuale da impartire ai bambini (la cui appendice potrebbe consistere nell’imbarazzante connubio tra i poco versati protagonisti); dal ralenti della corsa collettiva per salvare l’aspirante suicida alle incandescenze del sindaco affarista la cui appartenenza politica Milani si trattiene a stento d’identificare con simbolo e sigla. Tuttavia, anche dopo avere resistito all’overdose elegiaca, bisognerà arrendersi all’apparizione del fantasma di Jurico, il genius loci poeta e pastore che nel finale si staglia col suo branco di pecore sull’orizzonte.
UN MONDO A PARTE
COMMEDIA – ITALIA 2024
Un film di Riccardo Milani. Con Antonio Albanese, Virginia Raffaele, Sergio Saltarelli, Alessandra Barbonetti, Sergio Meogrossi, Corrado Oddi
