Pubblicato il 10 Dicembre 2023 | da Valerio Caprara
0Un colpo di fortuna
Sommario: Parigi, oggi. La graziosa trentenne Fanny, moglie-trofeo del rampante ed equivoco broker Jean, incontra per caso l’ex compagno di liceo e ora scrittore bohémien Alain (Schneider) e ne rimane subito attratta...
2.8
Un film a prima vista fragile “Un colpo di fortuna”, quasi il facsimile del suo regista, il piccolo grande Woody dalla cintura dei pantaloni sempre più stretta, il nasone e gli occhiali incassati nelle giacche di velluto e i capelli bianchi arruffati sul cocuzzolo da uccellino. Non c’è paragone, vogliamo dire, con i capolavori come “Manhattan”, “La rosa purpurea del Cairo”, “Crimini e misfatti” o “Match Point”, anche se è noto come l’autore si sia sempre concesso con somma disinvoltura divagazioni, divertissement, evasioni, rapsodie (apparentemente) fatue: tuttavia il cinquantesimo titolo della sua filmografia al di là dell’innegabile charme d’ambientazione permette di ritrovare echi e rimandi inconfondibili in una messa in scena meno minimalista di quanto sembri. Tutta la prima parte –quella in cui la deliziosa trentenne Fanny (de Laâge), moglie-trofeo dell’equivoco broker Jean (Poupaud) incontra per caso l’ex compagno di liceo e ora scrittore bohémien Alain (Schneider) e ne rimane subito attratta- è molto rilassata nei piacevoli andirivieni parigini tra la Rive droite e i giardini des Plantes o Tuileries tinteggiati dalla dorata fotografia di Storaro e l’inevitabile sboccio di una relazione adulterina tra un pentimento, un’esitazione e un appeal sessuale tipici del microcosmo laico alleniano. Magari, com’è stato scritto, WA guarda Parigi dal punto di vista di un turista americano e inizialmente il film dà l’impressione d’essere stato girato un po’ in pantofole, ma è d’obbligo annotare che è il primo non girato in inglese bensì in francese nonché interamente prodotto in Europa (anche a causa dell’ostracismo promosso dal #MeToo in patria) e che quindi sconta già nella versione originale la perdita dell’incalzante ritmica percepibile da sempre in tutti i suoi dialoghi. Per di più, secondo noi, è proprio questa fase che conferisce un fascino insolito al film perché la Ville Lumière deve esercitare la funzione di fondale smagliante e allusivo come se volesse riecheggiare le visioni volutamente artefatte del Lubitsch di “Partita a quattro” o del Minnelli di “Un americano a Parigi”.
Nello sviluppo successivo, in ogni caso, “Un colpo di fortuna” riesce ad aumentare la tensione con i rapidi slittamenti dalla schermaglia romantica al vaudeville sardonico e infine alla suspense poliziesca, al cui proposito l’indagine condotta dalla suocera Camille (Lemercier), grande lettrice di Simenon e di gialli che interpreta (o indovina?) la verità del mondo alla luce delle sue letture, suscita quasi lo stesso spasso di quelle intrapresa da WA e la Keaton in “Misterioso omicidio a Manhattan” e dalla Johansson in “Scoop”. Inoltre vi si potranno cogliere tocchi stilistici più sofisticati come quando, nel corso della sequenza ambientata nella casa di campagna dei Fournier, la cinepresa fa un leggero movimento sul volto di Fanny mentre guarda dalla finestra il marito e gli amici che escono per andare a caccia…. Che si tratti del vetro di questa finestra o della cornice in cui si evidenzia il viso, l’inquadratura isola la giovane donna dal contesto e le consente d’abbandonarsi ai suoi sogni a occhi aperti e alla sua malinconia: in modalità ancora classiche ma efficaci viene, così, contrapposto un universo vuoto e falso (quello degli affari, del denaro e dell’apparenza societaria) a quello dell’arte, della poesia e dell’amore passionale… Insomma senza strafare e sotto forma di apologo giallo-rosa scandito dal brano “Cantaloupe Island” del pianista Herbie Hancock, WA riaffronta le predilette variazioni sui temi del caso e il destino e del delitto e il castigo con un distacco ormai giunto alla pura essenzialità di una visione dell’umanità come massa di stupidi capaci di eccellere solo nell’egoismo più sfrenato.
UN COLPO DI FORTUNA
GIALLO ROSA – FRANCIA/GRAN BRETAGNA 2023
Un film di Woody Allen. Con Lou de Laâge, Melvil Poupaud, Niels Schneider, Valérie Lemercier, Sara Martins, Elsa Zylberstein,