Pubblicato il 9 Giugno 2016 | da Valerio Caprara
0Un americano a Parigi (versione restaurata)
Sommario: Versione restaurata di uno dei capolavori assoluti del musical americano del dopoguerra
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Il pregiudizio che riserverebbe solo ai cinefili maniacali e seriosi il piacere di godersi a tutto schermo alcuni classici del cinema viene sbaragliato grazie all’ottima e coraggiosa idea di Valerio de Paolis di riproporre nelle sale con una normale programmazione Un americano a Parigi. La versione restaurata del musical di Minnelli tramandato dalle performance di Kelly e Caron vinse sessantacinque anni orsono sei Oscar, ma sorprendentemente non è questo ciò che conta. La favola romantica -letteralmente disegnata sullo schermo dalla fusione delle recitazioni e le coreografie con le sublimi musiche e parole di George e Ira Gershwin- del baldo yankee restato al termine della prima guerra mondiale nella Ville Lumière per dipingere e perdutamente innamoratosi di una commessa include, infatti, una miniera di cellule cinematografiche primarie. La prima delle quali riguarda il talento del regista, fortificato dall’intesa con il mitico produttore Arthur Freed della MGM, nel cogliere fingendosi narratore naif venuto d’oltreoceano i valori di una cultura secolare e stratificata.
Cruciali in questo senso sono, per fare un esempio, i numeri Our Love Is Here To Stay o I Got Rhythm con i quali Kelly comunica attingendo all’acrobazia e la disciplina (appunto americane) tutta la grazia e la delicatezza del glamour parigino. L’alchimia fondamentale consiste nel trasformare il kitsch di una visione turistico-folklorica in sofisticata essenza visionaria, ricca di gioia di vivere e sospinta dalle immutabili leggi del desiderio umano. Come ribadisce la sequenza cult finale, una fantasmagoria danzante di ben 18 minuti in Cinemascope grazie a cui i capolavori di Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Renoir e Monet si materializzano nella preziosa qualità di un’emozione che non si potrebbe definire in altro modo se non cinematografica.
Un americano a Parigi
Regia: Vincente Minnelli
Con: Gene Kelly, Leslie Caron, Oscar Levant, Nina Foch
Musical. Usa 1951