Pubblicato il 22 Marzo 2024 | da Valerio Caprara
0Un altro ferragosto
Sommario: Tardivo sequel della fortunata commedia di costume "Ferie d'agosto". Sull'isola di Ventotene va in scena un altro involontario show allestito da una reducistica tribù di militanti di sinistra contrapposta a un pacchiano gruppuscolo di arricchiti destrorsi.
1.5
A distanza di ventotto anni dal ruggente “Ferie d’agosto”, capostipite della commedia incattivita dell’Italia pro o contro Berlusconi, Virzì è tornato sull’isola di Ventotene per tentare di tramandare sulla base del copione scritto insieme al fratello Carlo e Francesco Bruni una contingenza storica che è molto più difficile circoscrivere con la stessa beffarda e mordace cognizione di causa. Non era facile, bisogna riconoscerlo, ripresentare le pittoresche comitive familiari nel mutato contesto ambientale rimodulandole sulle nuove età degli attori e le new entry del cast che hanno sostituito gli strepitosi e rimpianti Fantastichini e Natoli. In questo senso Virzì ha avuto il merito di tenere coesa una notevole congerie di fatti, fatterelli e pantomime con l’abile mano registica che gli si riconosce, però non si può fare a meno di notare non tanto -banalmente- che il prototipo resta insuperato e insuperabile, quanto che la malcelata nostalgia rende spesso le suddette ramificazioni narrative troppo funeree o inserite in una convenzionalità patetica. Magari ci si può ancora divertire o meglio sghignazzare al cospetto dell’ipotetica superiorità morale della tribù piddina che confligge in occasione di un pacchiano matrimonio col brutale vitalismo degli arricchiti destrorsi, però gli autori non hanno tenuto abbastanza conto -nonostante le ripetute citazioni dell’avvento dei social e l’ascesa degli influencer- che simili contrasti finiscono con l’apparire tiepidi e moderati nell’inevitabile paragone con i talk show tv in cui furoreggiano le gag involontarie dei personaggi più sguaiati e gli ospiti che le sparano più grosse. Alle acmi grottesche -in cui ovviamente se la cavano al meglio la Ferilli, la Fanelli, Marchioni e De Sica- s’alternano gli squarci onirici affidati a Silvio Orlando che evoca a metà tra revanscismo e rintronamento i suoi “eroi” (da Spinelli, Colorni e Rossi a Pertini e la Ravera) confinati dal fascismo proprio a Ventotene, ma la commozione non scatta fluidamente e continuano a prevalere a causa dell’atmosfera depressiva gli assoli kitsch e le macchiette epidermiche. Certo per gli spettatori più indulgenti e militanti dovrebbe aggiustare il congegno un po’ ripetitivo l’episodio collaterale del nipotino di Orlando che trascrive per tutto il film con diletto e compunzione la lettera che quest’ultimo vuole spedire a Ursula von der Leyen. Ma prefigurare nel ragazzino il futuro leader della sinistra, come hanno provato a inventarsi alcuni recensori, sembra davvero un azzardo in linea con la battuta più greve del teatrino vacanziero: “la verità è che voi intellettuali non ce state a capì un ca…!”.
UN ALTRO FERRAGOSTO
COMMEDIA – ITALIA 2024
Un film di Paolo Virzì. Con Silvio Orlando, Vinicio Marchioni, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Emanuela Fanelli, Andrea Carpenzano