Pubblicato il 5 Novembre 2019 | da Valerio Caprara
0Tutto il mio folle amore
Sommario:
2.3
Il nuovo film di Salvatores intitolato “Tutto il mio folle amore” in omaggio a un verso di una canzone di Modugno (“Cosa sono le nuvole”) scritta a suo tempo niente di meno che da Pasolini è imperfetto ma gradevole. Gli sceneggiatori Umberto Contarello e Sara Mosetti lo hanno liberamente tratto dal romanzo Se ti abbraccio non aver pauradi Fulvio Ervas, a sua volta ispirato alla vera storia del viaggio in Sudamerica di Franco Antonello con il ventenne figlio autistico Andrea: sulla falsariga di un ritmo rapsodico, sviluppato con un tratto registico volutamente démodé (costeggiando la minestra riscaldata del road movie “alla Salvatores”), la trama parte dal rapporto formalmente corretto ma in realtà irrisolto instaurato dal protagonista Vincent (Pranno) col padre adottivo Mario (Abatantuono) sposatosi con la madre Elena (Golino) dopo che il padre naturale Willi (Santamaria) l’ha abbandonata. Formidabile, come al solito, l’incarnazione dell’ex Jeeg Robot in quest’ultimo personaggio, uno scombinato, irrequieto, errabondo cantante soprannominato “il Modugno della Dalmazia” che un bel giorno decide d’andare a conoscere il figlio che non ha mai visto, senza immaginare che questo minimo soprassalto di responsabilità darà inizio a un’avventura imprevedibile.
Padre e figlio, infatti, si ritrovano uniti in un viaggio colorato, vitalistico, fuori dalle regole e foriero d’incontri con un bestiario umano che sembra sin troppo ereditato dalle sarabande balcaniche di Kusturica. Non è che il rapporto ritrovato, incalzato da Elena e Mario partiti a loro volta alla ricerca dei girovaghi felici, riesca a fare decollare sino in fondo un film gravato da un eccessivo accumulo di mitologie personali, però il tema del cambiamento, della trasformazione, del ciclico confronto con le proprie paure e i propri desideri riesce a rendere amorevole la mano di Salvatores un passo prima di scadere nello smielato.
TUTTO IL MIO FOLLE AMORE
COMMEDIA DRAMMATICA, ITALIA 2019
Regia di Gabriele Salvatores. Con Claudio Santamaria, Giulio Pranno, Valeria Golino, Diego Abatantuono, Daniel Vivian