Pubblicato il 9 Ottobre 2022 | da Valerio Caprara
0Ticket to Paradise*/La vita è una danza**
Roberts più Clooney? Ok, l’annuncio del connubio è attraente e anche se il divismo non è più un fattore decisivo come un tempo le star mantengono un notevole potere sugli ultimi proseliti del grande schermo. Non c’è nulla di strano, insomma, nel programmare una serata nel segno del genere romcom ovvero la commedia romantica all’antica hollywoodiana già cavallo di battaglia delle coppie Hepburn-Tracy, Grant-Dunne o Gable-Colbert. Purtroppo, però, nel caso di “Ticket to Paradise” funziona solo la chimica tra i protagonisti, mentre il britannico Parker, già regista del mediocre sequel “Mamma Mia! Ci risiamo”, si limita ad accumulare gag senza spendere, al di là di una vaga quanto inutile rimodernatura, neanche una modica quantità d’originalità psicologica e inventiva narrativa. David e Georgia, professionisti di successo da molti anni divorziati, sono costretti a fare fronte comune per cercare di sabotare il matrimonio di Lily, la loro unica figlia che ha deciso di sposare a Bali un nativo allevatore (sic) di alghe rinunciando a una prestigiosa carriera da avvocato. Non si crede, ovviamente, neppure per un attimo alla pantomima dell’odio reciproco incorniciato nei paesaggi chiaramente sponsorizzati dall’ente per il turismo balinese, ma quantomeno papà e mamma sono simpatici (David è irresistibile quando finge di parlare italiano per sfuggire al vicino d’aereo chiacchierone, entrambi lo sono quando fanno vergognare la figlia dopo essersi ubriacati) al contrario dei piccioncini innamorati che risultano bruttarelli e scialbi. E il guaio è che strada facendo l’amore sconfinato di quest’ultimi relega in secondo piano i molto più divertenti e piccanti botta-e-risposta tra coniugi in stile “La guerra dei Roses” facendo sì che il soufflé si sgonfi in vista dei titoli di coda (peraltro guarniti di un’appendice che risolleva un po’ l’umore).
Tipico film “feel good” (per sentirsi bene), “La vita è una danza” attinge a tutti gli stereotipi del filone però un regista popolare ma raffinato come Klapisch riesce a contenerli e in molti casi a declinarli con brio ed eleganza. Il prologo, del resto, non manca di audacia con i suoi dieci minuti circa dedicati alla rappresentazione del balletto russo “La Bayadère” all’Opéra Garnier; poi la trama prende il vero avvio con la protagonista Elise, ballerina classica, che subisce un grave infortunio alla caviglia perché sconvolta da una forte delusione amorosa. Potrebbe addirittura dovere rinunciare alla carriera, ma… Quello che è interessante è l’atteggiamento del regista, meno interessato alla scontata suspense della riabilitazione che al processo di ricostruzione fisica e mentale della ragazza perché quest’arte di talento e sacrificio frequentatissima dal cinema non è vista nel segno della competizione esasperata –come nell’horror erotico “Il cigno nero” di Aronofsky- bensì come una pratica mirata a condividere con gli altri un profondo rapporto con il corpo (il titolo francese è non a caso “En corps”). Altro elemento drammaturgico meno sviscerato dai titoli consimili è quello dell’attrito di filosofie e scuole tra la versione classica e quella moderna della danza, in gran parte affidato dalla trama alla carismatica presenza nel cast del coreografo israeliano trapiantato a Londra Hofesh Shechter. Tutto scorre, come anticipato, con credibilità e garbo anche se imbarazzano un po’ i tratti involontariamente parodici assunti da alcuni dei personaggi che interagiscono con Elise –per esempio il fisioterapista adepto dell’ex paradiso new age di Goa oppure l’arzilla albergatrice bretone dispensatrice di massime da canzonetta- e se non risultasse sin troppo determinante l’esordio davanti alla macchina da presa dell’oggi trentunenne Barbeau prima ballerina dell’Opéra National di Parigi.
TICKET TO PARADISE
COMMEDIA – USA/GRAN BRETAGNA 2022
Un film di Ol Parker. Con Julia Roberts, George Clooney, Kaitlyn Dever, Sean Lynch, Arielle Carver-O’Neill, Billie Lourd
LA VITA È UNA DANZA
DRAMMATICO/COMMEDIA – FRANCIA/BELGIO 2022
Un film di Cédric Klapisch. Con Marion Barbeau, Hofesh Shechter, Denis Podalydès, Muriel Robin, Pio Marmaï, François Civil