Pubblicato il 16 Giugno 2019 | da Giuseppe Cozzolino
0THE SERIAL LAB: Appunti su TOO OLD TO DIE YOUNG
Stavolta tocca al nuovissimo “Too Old To Die Young” a cura di Antonio Cataruozzolo.
UN CAPOLAVORO SERIALE
A cura di Antonio Cataruozzolo
Il primo episodio della nuova serie amazon, Too Old To Die Young, del regista danese Nicolas Winding Refn, si presenta, in maniera auto-evidente, come il pilot di un capolavoro seriale neo-noir contraddistinto da una poetica filmico-formale magnetica e da impostazioni recitative magistralmente flemmatiche, in cui la fascinazione e la caratterizzazione del personaggio sono scolpite nelle monolitiche e solenni espressioni dei protagonisti, con pause in dialoghi in cui ogni parola ha il peso della vita o della morte.
Non si tratta di una semplice dilatazione del tempo, si tratta di far trionfare tutto il potere dell’immagine cinematografica, facendo parlare l’immagine stessa, dove ogni parola diverrebbe pletoricamente didascalica, ecco spiegato il motivo della sua durata di un’ora e trentatre minuti. Combinando una fotografia dai cromatismi fluorescenti e un sonoro rigorosamente edgy electro grunge, capaci di suggestionare ed ottenere una notevole immersione sensoriale modulando alla perfezione il respiro ed il battito cardiaco dello spettatore, Refn crea un’opera che non vuole rompere gli schemi della serialità, ma riadatta semplicemente la suddivisione degli atti al suo stile ed ai suoi contenuti. Crea una narrazione che ci inghiotte in una dimensione di vita e della realtà, diversa da tutte quelle mostrate sinora, se non nei suoi film: l’universo dei dannati, ambientato a Los Angeles, in cui la contrapposizione etica del bene e del male non è mai esistita e dove gli attori saranno pedine asettiche mosse dall’eterno gioco del dominio e della vendetta.