Pubblicato il 3 Giugno 2016 | da Valerio Caprara
0The Nice Guys
Sommario: Due investigatori tra l'alternativo e il gaglioffo si danno da fare come peggio possono nella trasgressiva, strafatta, funky Los Angeles dei mitici anni Settanta
2.5
Si stava meglio quando si stava peggio. Lo si dice spesso e quasi sempre a sproposito (se non in malafede), però nel cinema il motto talvolta ci prende: per esempio come dare torto alla Hollywood odierna -sterilizzata dal politicamente corretto o umiliata dai remake degenerati- quando insiste a rimpiangere il fascino della torbida Los Angeles dei trasgressivi anni Settanta? Shane Black, ex sceneggiatore prodigio perdutosi nell’eccesso (di guadagni, compromessi artistici, depressioni e dipendenze assortite), imposta The Nice Guys su questo sentimento a metà nostalgico a metà gaglioffo, calcando la mano sugli ingredienti comici, parodici, slapstick tipici del buddy-movie, il sottogenere basato sulle avventure o disavventure di una coppia d’amici o colleghi dello stesso sesso. Il film è calibrato, in effetti, sull’esibizionismo lasciato un po’ a briglia sciolta di due tra i divi più supermacho dell’attuale galleria d’oltreoceano, Gosling nel ruolo del detective privato Holland e Crowe in quello del recupera-crediti Jackson: personaggi poco raccomandabili e per nulla affidabili costretti a formare un team che, a partire dall’apparente suicidio di una pornostar, finirà per sprofondare nel buco nero di un complotto implicante personalità d’alto rango. Ancorché senza inventare nulla di spiazzante –anche perché nel frattempo il ciclone tarantiniano ha spazzato via i suoi vezzi vintage- Black gioca con grande scioltezza a sognare di nuovo la California, affiancando al taciturno e al bruto la figlia sveglia e sgrammaticata del primo e volgendo in ridicolo ogni risvolto dei dialoghi spalmati d’accattivante idiozia e della trama, finanche quando l’azione rocambolesca impone le accelerazioni più forti.
The Nice Guys insomma, mano a mano che le situazioni al limite dell’assurdo si mescolano alle piroette in stile disegno animato, alle iperboli della fotografia che accende e spegne la megalopoli in un’alternanza di attrazione e repulsione o, addirittura, a qualche stoccata contestataria, si rivela una specie di patchwork delle trame e delle atmosfere dei gialli sparsi sulla strada che da Hammett e Chandler conduce sino a Ellroy. Non mancano, in questo senso, la villa nascosta tra i canyon, un party che finisce come peggio non si potrebbe, il Salone dell’auto trasformato in campo di battaglia, l’eccellente cattiva interpretata dalla Basinger insediata al Dipartimento della Giustizia e, per rifinire l’antimorale in bellezza, l’ultima chance di riscatto per i nostri antieroi invisi al sistema. I cinefili non potranno fare a meno d’imbastire confronti, non solo e non tanto rispetto ai precedenti del regista come sceneggiatore (Arma letale, Last Action Hero), bensì con quel capolavoro indiscusso che è Il grande Lebowski o con Boogie Nights sull’età d’oro del porno e il più recente Vizio di forma firmati dal labirintico Paul T. Anderson; ma è giusto fare presente allo spettatore disinteressato ai corsi e ricorsi che se lo svolgimento dell’intrigo vero e proprio non è del tutto coerente e a tratti si dilunga un po’ troppo perdendo per strada qualche rotella psicologica, il piacere rilassante è assicurato anche dal bonus della colonna sonora, una compilation debitamente alcolica e strafatta della migliore produzione disco-funk dell’epoca.
The Nice Guys
Regia: Shane Black
Con: Ryan Gosling, Russell Crowe, Angourie Rice, Matt Bomer
Commedia/poliziesco. Usa 2016