Recensioni

Pubblicato il 17 Ottobre 2021 | da Valerio Caprara

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The Last Duel

The Last Duel Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario:

2.8


Va salutato con affetto il ventiseiesimo film di Ridley Scott, senza dubbio un top director nonostante lo stakanovismo che gli ha procurato qualche passo falso. A ottantatré anni suonati, del resto, il regista inglese assiste all’uscita nelle sale di “The Last Duel”, passato fuori concorso all’ultima Mostra di Venezia, mentre è già in lista d’attesa il successivo “House of Gucci”: in ogni caso gli appassionati non faranno fatica a collegarne spirito e argomento con la sua raffinatissima opera prima –“I duellanti”- oggetto dal 1977 di un culto ininterrotto, addirittura pari a quello originato dall’accoppiata “Alien”/”Blade Runner”. Peccato che stavolta il risultato non sia altrettanto memorabile né illuminato da particolari colpi di genio forse perché il grande vecchio ha seguito la scia del clima del momento e dedicato la sua terza incursione nel Medioevo (le prime risalgono a “Le crociate” e “Robin Hood”) alla trasposizione di un romanzo scritto da Eric Jager, critico letterario e specialista di letteratura medievale in servizio presso l’Università della California di Los Angeles. Un tipico presidio, cioè, delle fuorvianti applicazioni del #MeToo, la cultura della cancellazione, l’iconoclastia, la censura preventiva degli editori, le polemiche sulle favole ecc. pressoché endemiche nelle istituzioni culturali americane. Registrata la forzatura di fondo “The Last Duel”, ispirato dal veritiero svolgimento nella Francia del 1386 dell’ultimo duello di Dio ossia all’ultimo sangue tra due cavalieri sostenitori degli elementi di giudizio di un crimine contrapposti e inconciliabili, è piacevole, fastoso, epicizzante nonché insolito come kolossal d’azione perché adotta il famoso congegno incrociato di “Rashomon” suddividendo in tre capitoli distinti –ma ovviamente collegati con gli opportuni slittamenti visivi e psicologici- le versioni dei fatti ricostruite a seconda del punto di vista di ciascun protagonista. Lo scontro ininterrotto è scaturito dall’odio implacabile divampato tra Jean de Carrouges (Damon, rozzo, goffo e muscolare) e Jacques Le Gris (Driver dal profilo e le movenze da uccello rapace), scudieri dalle alterne fortune, capaci nella spada ma ottusi rispetto alle esigenze dell’onore, astuti e irriducibili ma sottoposti all’autoritarismo del “re folle” Carlo VI, autonomi e arroganti ma destabilizzati dal conturbante appeal di un giovane donna: la signora di Thibouville (Comer, promettente star della serie “Killing Eve”), sposa altolocata del primo divenuta l’ossessione erotica del secondo che un brutto giorno la sorprende sola e la stupra. Seguirà un duello tra i due pessimi soggetti –come risultano tutti gli uomini che in questo film capitano a tiro della macchina da presa- al termine del quale Marguerite, se fosse il marito a soccombere, verrebbe bruciata viva. E’ chiaro dove batte il tasto del disinvolto professionista britannico, peraltro autore in tempi non sospetti del film-manifesto “Thelma & Louise”, perché la scelta del ritorno al filone cappa e spada gli è stata suggerita (imposta-instradata) dal presupposto che quelli odierni siano tempi non troppo distanti da quelli barbari e crudeli in cui si faceva strame dei diritti e dei sentimenti delle donne.

THE LAST DUEL
STORICO/DRAMMATICO – USA/GRAN BRETAGNA 2021
Regia di Ridley Scott. Con Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer, Ben Affleck, Harriet Walter, Nathaniel Parker

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