Recensioni

Pubblicato il 11 Marzo 2022 | da Valerio Caprara

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The Batman

The Batman Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Batman, stremato dai suoi compiti di difensore dei cittadini di Gotham City, si ritrova di fronte malvagi sempre più sadici e astuti. Il suo equilibrio psicofisico vacilla e il rischio -non previsto dall'impianto originario della saga fumettistica- diventa quello di trasformarsi in vendicatore che non può più fare a meno dell'azione brutale e adrenalinica.

4.5


Fumetti, robaccia, trastulli commerciali? Ma quando mai, lasciate ogni speranza, o voi che disdegnate: la Gotham City in cui si svolge la grandiosa odissea nera di “The Batman” è uno specchio in cui vorticano, collidono e implodono tutte le frustrazioni del nostro clima psicologico, politico, sociale. La fusione dei canoni del gangster movie con gli umori più inquietanti della saga copyright DC Comics sembra che abbia convogliato e profuso sullo schermo i venti di guerra, aggressività e follia che stanno sconvolgendo particolarmente in queste ore il corso dell’ordine mondiale. Certamente in sintonia con lo stile della trilogia del Cavaliere Oscuro di Nolan, quest’ultimo reboot (ovvero riavvio di una serie) di 176 minuti sembra influenzato anche dal recente exploit di “Joker” che, sia pure scollegato dal personaggio ideato da Bob Kane e Bill Finger nel 1939, ha probabilmente suggerito al regista Reeves e allo sceneggiatore Craig di non avere più remore filologiche, di spingere sul versante dell’epopea allucinata, di non permettere che l’azione si compiaccia di sé stessa –non lo fanno neppure i fantasmagorici quindici minuti iniziali- e di coniugare il mistero con l’orrore, sino a far sì che un film di supereroi non sia più un film di supereroi bensì un’immersione nella paura e il delirio generali.

L’assunto in apparenza paradossale s’avvera nella nuova duplice identità di Bruce Wayne/ The Batman, presentato sin dal prologo come un vigilante incattivito, circondato da corruzione, populismo e terrorismo, supportato da pochi adepti (straordinari il Pennyworth di Serkis e il tenente Gordon di Wright), minacciato da ingegnosi e spietati criminali –primo fra tutti il sadico Enigmista di Dano- e quindi costretto a trasformarsi da giustiziere in vendicatore che ne rappresenta di fatto l’antitesi. Inoltre riuscendo a cogliere le note della canzone “Something in The Way” dei Nirvana e a interpretarla come una sorta di vessillo grunge percepiamo meglio come il film tragga il suo fascino sinistro da una concezione della vita ribellistica e non riconciliata: l’incarnazione di Pattinson nell’Uomo Pipistrello, del resto, esibisce accenti di maledettismo, paranoia e solitudine che non possono non assimilarlo a Kurt Cobain, con l’unica differenza che la voluttà d’autodistruzione nella droga della rock star è sostituita dalla droga delle scorribande notturne a caccia di nemici da pestare.

Laddove i film di Nolan –anch’essi estranei alla maggioranza dei blockbuster confezionati sulla base di algoritmi motivazionali- comunicavano ancora una fede indefettibile nella comunità di Gotham unita da uno spirito di solidarietà modello post-11 settembre, Reeves constata amaramente che a una ventina d’anni di distanza quello spirito s’è dissolto, il sistema di potere si è blindato e il Crociato incappucciato è costretto a infierire su alcuni dei cittadini che aveva giurato di proteggere. L’odio per la luce che trasuda dalla fotografia del re del chiaroscuro Greig Fraser fa pensare anche alle mitografie del vampiro (icona che deriva, non a caso, proprio dai piccoli chirotteri), specie quando Wayne si alza dal letto la mattina con gli occhi cerchiati dall’insonnia e l’eye-liner, tanto più che il regista, abrogando i consueti e ormai banalizzati simulacri, ricorre senza complessi di sacrilegio ma con l’umiltà dell’artigiano ai propri riferimenti cinefili come, appunto, Nosferatu, Fantomas, Jekyll e Hyde o la donna pantera di Tourneur. Mentre l’angelo caduto e ora indemoniato protagonista procede diradando faticosamente le tenebre, correndo dietro sino nei bassifondi ai quiz avvelenati dell’Enigmista, smascherando le complicità e rischiando ogni momento di “passare dall’altra parte”, di varcare il discrimine morale, il film si conferma sequenza dopo sequenza un’esperienza nel contempo classica e postmoderna, escapista e concettuale. Scritto nel corso dell’era Trump e girato in piena pandemia di Covid, “The Batman” senza elemosinare l’imprimatur d’arte e d’essai si candida a perfetta metonimia dei nostri anni disperati.

THE BATMAN

NOIR/FUMETTISTICO – USA 2022  Un film di Matt Reeves. Con Robert Pattinson, Zoe Kravitz, Paul Dano, Jeffrey Wright, John Turturro, Peter Sarsgaard

 

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