All Movies Magazine

Pubblicato il 21 Febbraio 2018 | da Giuseppe Cozzolino

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SPECIALE HOMEVIDEO: “Upperseven, l’Uomo da Uccidere”

UPPERSEVEN

A cura di Andrea Coco
Un incalzante spy-movie italiano ispirato ai film di James Bond.

Signori e Signori, sedetevi comodi sulle vostre poltrone e lasciatevi andare sull’onda del ricordo o della vostra fantasia (questione d’età, s’intende), perché state per assistere a un classico ‘eurospy’ all’italiana: “Upperseven, l’uomo da uccidere”.
Per chi non lo sapesse, parliamo di un genere che racchiude tutti quei lungometraggi, nati in Europa sulla scia del successo dei primi film di 007 realizzati negli Anni Sessanta.
Ovviamente le spie protagoniste ostentavano sigle fantasiose (077, 070, Upperseven) che rimandavano all’originale.
Non storcete il naso solo perché si tratta di film a basso costo e B-movie, poiché, come spesso capita, la vasta produzione di questo cinema artigianale riserva delle gradite sorprese.
Detto questo, possiamo iniziare: premete pure il tasto on.
Nel più pure stile dell’epoca (siamo nel 1967) abbiamo una potenza straniera non bene identificata, comunque anti-occidentale, che vuole impadronirsi dell’intero continente africano mediante l’istallazione di una rete di basi missilistiche. E per riuscirci ha bisogno di molto denaro che ovviamente non possiede. Trovarlo è facile, basta rubarlo agli Stati Uniti, che invece, lo vogliono utilizzare per favorire la nascita di un’alleanza pan-africana filo occidentale.
Una simile impresa è affidata all’organizzazione criminale guidata dal fantomatico Kobras (Nando Gazzolo), che vorrebbe sfruttare l’occasione per diventare padrone del mondo (come prevedibile). Ma non ha fatto i conti con l’agente britannico Paul Finney alias Upperseven (Paul Hubschmid) e l’agente della CIA Helen Farheit (Karin Dor), perfettamente in grado di fronteggiare e ribaltare i suoi piani.

Upperseven, in realtà, non è il solito film di spionaggio che ricopia pedestremente le altre opere dell’epoca, ma come narrato dal regista, Alberto De Martino, nell’intervista “La maschera e il volto” – contenuta nel dvd edito da CineKult e distribuito da CG Entertainment -, presenta delle peculiarità che lo differenziano dagli altri lungometraggi. Il protagonista Paul Finney, ad esempio, è al tempo stesso un anti Fantomas e Diabolik al contrario che utilizza le maschere per nascondere i lineamenti della sua faccia e spacciarsi così per altre persone. Non a caso l’edizione inglese fu distribuita con il titolo: The Spy with Ten Faces. “I tedeschi erano stupiti da un simile utilizzo delle maschere”, racconta il regista.
Inoltre la produzione aveva stanziato fondi sufficienti per girare in diverse città e località estere: Copenaghen, Londra, Basilea, Roma, Johannesburg, in Ghana e finale di nuovo Roma. Una soluzione che affascinava il pubblico come le numerose scene di azione che vivacizzano il film stesso, accompagnato da una valida colonna sonora realizzata da Bruno Nicolai, mentre la canzone omonima è eseguita da Paola Orlandi.
La mano di Alberto De Martino è evidente anche nel montaggio, garantendo a questa pellicola un ritmo incalzante che andrebbe preso ad esempio anche da tanti registi di cinema di genere contemporanei,

UPPERSEVEN
Regia: Alberto De Martino
Con Karin Dor, Nando Gazzolo, Paul Hubschmid, Tullio Altamura, Rosalba Neri.
Poliziesco, Italia 1967, CineKult , Vietato ai minori di 14 anni

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