Pubblicato il 5 Novembre 2021 | da Giuseppe Cozzolino
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Una nuova interpretazione del Revenge thriller con molta azione e un bel pizzico di humor nero
(A cura di Andrea Coco)
A Tallin, in Estonia, si stanno avvicinando le festività natalizie e un anziano signore con la barba bianca assieme alla sua giovane nipote stanno osservando una bicicletta rossa, un possibile regalo per la ragazza, che tuttavia la preferirebbe di colore blu. Lei è disposta ad aspettare seppure il nonno le faccia presente che nulla è certo nella vita e che il Natale è ancora lontano. Forse la riceverà, forse no. Mentre si allontanano, il negoziante fa una telefonata al cellulare e in una stazione ferroviaria danese viene rubata una bicicletta blu.
La bicicletta apparteneva a Mathilde (Andrea Heick Gadeberg), che rimasta appiedata chiede un passaggio in auto alla madre, Emma (Anne Birgitte Lind), la quale non la può aiutare perché l’autovettura si è guastata. Le due donne decidono, quindi, di andare a fare un giro in centro utilizzando la metropolitana.
Nel frattempo, Otto (Nikolaj Lie Kaas) e Lennart (Lars Brygmann) stanno presentandoa una riunione dell’azienda per la quale lavorano un algoritmo che dovrebbe prevedere gli eventi futuri. Otto sostiene che tutti gli eventi siano il prodotto di una serie di fatti precedenti, ma a causa dell’insufficienza dei dati a nostra disposizione, tendiamo a classificare questi come delle coincidenze. L’esposizione non convince i dirigenti che licenziano i due per aver sperperato tempo e denaro in una ricerca inutile.
Tornando a casa in metropolitana, Otto nota due personaggi sospetti: un uomo tatuato e un altro uomo che si alza, getta un panino e bevanda nel raccoglitore della spazzatura edesce dal convoglio. Nella medesima stazione Mathilde ed Emma salgono sul treno, il quale è così affollato da spingere Otto ad offrire con insistenza il suo posto ad Emma. Pochi minuti dopo il convoglio urta un altro treno e l’impatto provoca la morte di Emma, che si era seduta al posto di Otto.
Il padre di Mathilde, Marcus (Mads Mikkelsen), un militare di professione in missione all’estero, appresa la triste notizia, ritorna a casa per consolare la figlia, impresa che si rivela ben più difficile di quelle che ha sostenuto finora perché padre e figlia hanno idee radicalmente opposte su tutto, a partire dalla religione, per seguire nella psicanalisi e nelle regole sociali.
Intanto, Otto si è convinto che non si è trattato di un incidente, uno scontro fra treni, ma di un attentato per eliminare un testimone chiave (l’uomo tatuato), che avrebbe testimoniato in un processo contro Kurt Olesen (Roland Møller), capo di una banda di delinquenti che si fanno chiamare “Riders of Justice”.
Per saperne di più e scoprire prove su di loro, recluta dapprima Lennart e poi l’amico Emmenthaler (Nicolas Bro), un hacker che, utilizzando un software di riconoscimento facciale, identifica l’uomo sceso dal treno pochi secondi prima del disastro come Aharon Nahas Shadid (Omar Shargawi), un egiziano del Cairo. Non convinti della risposta, Otto e Lennart spingono Emmenthaler ad abbassare la soglia limite della percentuale di successo del riconoscimento facciale al 95% e a cercare persone che vivano in Danimarca. La persona con la più alta percentuale di corrispondenza è Palle Olesen (Omar Shargawi), che Otto sostiene di riconoscere come il passeggero seduto sul convoglio.
Otto, Lennart ed Emmenthaler vanno a trovare Markus per dirgli che Palle Olesen avrebbe organizzato l’attentato per eliminare un testimone scomodo nel processo contro il fratello di Kurt Olesen. Rispetto all’incontro precedente, concluso con un nulla di fatto, questa volta Markus accetta la proposta. Il suo desiderio di vendetta è troppo forte per trattenerlo dal correre dei rischi. Lui li ucciderà tutti e loro lo aiuteranno a portare avanti il suo piano. Tutti e quattro decidono di andare a parlare con Pelle. Ma l’incontro con l’uomo finisce molto male: Markus lo uccide e, ispezionando la casa, Lennart nota al piano superiore un ragazzo legato, Bodashka (Gustav Lindh), che tuttavia si guarda bene dal liberare.
Inizia così una lotta senza esclusioni di colpi tra le due fazioni, fatta di imboscate e sparatorie dove Kurt si troverà di fronte ad un gruppo formato di elementi alquanto singolari, ma molto ben informati sui suoi spostamenti.
Riders of Justice è una curiosa variante del “Revenge movie” dove il compito di portare avanti la vendetta per una violenza subita è affidata a un parente della vittima, un lungometraggio ricco di scene di azione e dotato di un bel pizzico di humor nero, che provvede a sdrammatizzare molte situazionialtrimenti drammatiche. È un film, infatti, dove vengono affrontati argomenti molto seri come la difficoltà ad elaborare un lutto improvviso, a trovare dei punti di contatto tra genitori e figli, a superare il problema del bullismo, delle malattie mentali e degli abusi sessuali. Ma questi temi vengono attenuati (non ridicolizzati o appiattiti) grazie proprio alle massicce dosi di humor nero, distribuite nell’opera con incosciente leggerezza da Lennart ed Emmenthaler. Perché è proprio il trio dei nerds (i due sopracitati più Otto) a dare a questa opera un tocco profondo, umano, che spesso manca nel genere, fermo restando che tutti i personaggi sono ben caratterizzati ed interpretati da un cast all’altezza della situazione.
RIDERS OF JUSTICE
Titolo originale: Retfærdighedens ryttere
Regia: Anders Thomas Jensen
Fotografia: Kasper Tuxen
Musiche: Jeppe Kaas
Sceneggiatura: Anders Thomas Jensen
Produttore: Sidsel Hybschmann, Sisse Graum Jørgensen
Casa di produzione: Zentropa Entertainments, Film i Väst
Revenge thriller, action, Danimarca, 2020 (111 min.)
Con: Andrea Heick Gadeberg, Anne Birgitte Lind, Nikolaj Lie Kaas, Lars Brygmann, Mads Mikkelsen, Roland Møller, Nicolas Bro, Omar Shargawi, Gustav Lindh, Albert Rudbeck Lindhardt.
DVD e Blu-ray distribuito in Italia da Koch Media