Pubblicato il 1 Dicembre 2019 | da Giuseppe Cozzolino
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ARCA RUSSA
Un affascinante viaggio lungo tre secoli tra le sale dell’Ermitage, raccontato in un unico piano sequenza
A cura di Andrea Coco
Russia, inizio Diciannovesimo Secolo. Sta nevicando a San Pietroburgo, mentre da una carrozza un gruppo di persone, ufficiali in alta uniforme e donne sfarzosamente vestite, varcano un ingresso secondario del Palazzo d’Inverno. Sono stati invitati a un ballo organizzato dall’imperatore Alessandro I e con loro, ospite invisibile, c’è il “Narratore” (nella versione russa è il regista Aleksandr Sokurov), personaggio di cui non si vedrà mai il volto, ma la cui voce guiderà lo spettatore per tutta la durata del film. Lui stesso non sa bene perché si trovi a Palazzo, è come se si fosse risvegliato da un sonno, non capisce bene in che periodo si trovi (lui viene dal futuro) e soprattutto ben presto si rende conto che i numerosi invitati al ballo, come il personale del palazzo, non lo vedono, non percepiscono la sua presenza.
Ad accorgersi del “Narratore” è, invece, un altro personaggio, pure lui appartenente a un’altra epoca e nazione, “L’Europeo” (Sergei Dontsov), un diplomatico francese del diciannovesimo secolo che assomiglia al Marchese Astolphe de Custine. L’Europeo, dal carattere burbero, ha un giudizio critico dei Russi, i quali, a suo dire, non sono in grado di creare e apprezzare la bellezza, una qualità degli Europei, che hanno prodotto opere d’arte presenti in grande quantità nel Palazzo d’Inverno. Insomma, gli Zar e le Zarine hanno riempito il palazzo di splendide statue e sculture, senza capirne appieno il loro significato. Secondo Astolphe de Custine, l’europeizzazione del paese è appena superficiale, sotto la scorza batte un cuore asiatico, insomma “La Russia è solo un immenso teatro”. Mentre discutono fra loro, Il Narratore e il Viaggiatore attraversano le splendide sale dell’Ermitage e in ogni stanza assistono a un diverso momento della storia russa, periodi che, tuttavia, non si presentano in ordine cronologico. Si riconosce Caterina la Grande che assiste a un’opera teatrale, la visita dell’ambasciatore persiano, il quale presenta le sue scuse per la morte violenta dell’ambasciatore russo, la serena esistenza delle figlie dello Zar Nicola II, visitatori della fine del Ventesimo Secolo e dell’epoca staliniana, gli orrori della seconda guerra mondiale.
Non è facile descrivere “Arca Russa”: immensa opera visuale e visionaria, un affascinante viaggio lungo tre secoli tra le sale dell’Ermitage, in compagnia di personaggi in parte storicamente esistiti. Già sotto il profilo cinematografico presenta molte caratteristiche che ne fanno un capolavoro. Alla realizzazione del film, girato in un solo giorno, il 23 Dicembre 2001, utilizzando un unico piano sequenza e con ripresa in soggettiva, hanno preso parte un numero impressionante di numero di ben 867 attori, 3 orchestre e 22 assistenti alla regia. A livello narrativo Aleksandr Sokurov è riuscito a demolire l’unità dello spazio-tempo, facendo convivere in sale attigue epoche diverse, situazioni diverse, in un tripudio di meravigliose divise, costumi e scenografie. Un film che al tempo stesso rappresenta una guida al Museo e un testo di storia del paese, forse pienamente apprezzabile da chi conosce il passato della Russia, ma che, ad ogni modo, affascina e conquista, toccando il culmine nel gran ballo del 1913, con un’orchestra diretta da Valery Gergiev, ultimo attimo di un favoloso mondo in dissoluzione. Un’opera che, non a caso, ha ricevuto il Visions Award al Toronto International Film Festival del 2002, una menzione speciale al San Francisco Film Critics Circle Awards del 2003 e il Silver Condor Award 2004 per il miglior film straniero dall’Argentine Film Critics Association.
E finito il ballo le strade tra i due protagonisti si dividono. “L’Europeo”, conquistato dal mondo russo, decide di restare nel palazzo (Io rimango qui. Addio, Europa), dove tutto è ancora bello ed elegante, e non vuole andare oltre, non vuole avanzare nel tempo, forse consapevole di cosa avverrà di lì a poco: la Grande Guerra.
Il “Narratore”, invece, segue gli invitati, che soddisfatti escono dall’edifico, per trovarsi di frontea un oceano sterminato il quale circonda l’Ermitage, che solo ora rivela il suo vero scopo: custodire, quanto di buono e di bello ha creato la civiltà europea per consegnarla ai posteri. Migliori degli attuali.
E rivolto idealmente al suo compagno di viaggio, afferma: Signore, signore, peccato che lei non sia qui con me. Lei avrebbe capito ogni cosa, guardi c’è il mare tutto intorno. Dovremo navigare per sempre e vivere per sempre.
ARCA RUSSA
Titolo originale: Russki Kovcheg
Regia: Aleksandr Sokurov
Storico, Russia, Germania 2002
Regia: Aleksandr Sokurov.
Distribuzione DVD in Italia: Cecchi Gori Entertainment
Durata: 96 minuti