Pubblicato il 9 Marzo 2018 | da Valerio Caprara
0Quello che non so di lei
Sommario: Parigi, oggi. Una celebre scrittrice in crisi viene avvicinata da una fan fascinosa ma inquietante che, con la scusa d'aiutarla, s'insinua a poco a poco nella sua vita, la sua personalità e la sua opera.
2.8
Potemmo definire “Quello che non so di lei” tout court un film deludente, se non fosse gratificante trovarci tracce evidenti del talento di Polanski, un regista che a ottantaquattro anni riesce ancora a esercitare la nota capacità manipolatoria su storie e personaggi. Ancorché meno brillantemente che nei recenti “Venere e pelliccia” e “Carnage”, infatti, la trasposizione del romanzo francese “D’après une histoire vraie” gli consente di giocare alla sua maniera con i concetti di verità e finzione che s’intrecciano, confliggono e infine si sovrappongono in un congegno drammaturgico. Anche se non sorprendono abbastanza risultano, del resto, omogenee al suo sguardo sornione e allusivo sia la sfiorita scrittrice in crisi interpretata dalla moglie Seigner, sia la ghost-writer incarnata dall’inquietante e sensuale Green: personaggi già visti, certo, ma qui condotti a dovere nella spirale che provocherà scosse sempre più destabilizzanti nelle rispettive personalità sino all’inevitabile deflagrazione psicotica finale. Il maestro sceglie stavolta di mettere in scena il thriller al femminile con immutata eleganza, ma anche marcata impassibilità di stile privilegiando come non mai il “come” rispetto al “perché”: ne soffre molto, pertanto, lo sfondo del milieu mediatico-letterario parigino rappresentato davvero sciattamente; mentre il versante, per così dire, dell’autofiction (il romanzo nel romanzo) regge a malapena l’arduo confronto con il primato dello Stephen King di “Misery” e “La metà oscura”. Forse la colpa di questa riuscita a metà è imputabile alla sceneggiatura del collega Assayas, il quale, peraltro, aveva fornito pessime variazioni sullo stesso tema negli indigeribili “Sils Maria” e “Personal shopper”: fatto sta che i due atti del film (il primo in un confortevole appartamento da vip intellettuale, l’altro in un’oscura magione di campagna) non aggiungono nulla di nuovo alla questione, francamente insignificante, delle reali motivazioni e immedesimazioni degli scrittori di bestseller, ma si fanno vedere con grande piacevolezza non fosse altro grazie al climax di vampirismo reciproco in cui più che i bei corpi valgono gli abiti neri, i rossetti scarlatti, gli stivaletti rubati o i cambiamenti del taglio e il colore dei capelli.
QUELLO CHE NON SO DI LEI
Regia: Roman Polanski
Con: Emmanuelle Seigner, Eva Green, Vincent Perez
Genere: thriller. Francia/Belgio 2017