Pubblicato il 5 Marzo 2021 | da Valerio Caprara
0QT8 – Quentin Tarantino The First Eight
Sommario:
2.5
Nonostante le giuste lotte degli addetti ai lavori, restano per ora alquanto fosche le prospettive della riapertura delle sale di cinema e teatro. Quello che preoccupa è, tra l’altro, l’assuefazione del pubblico al consumo automatico o passivo: basti pensare al travolgente successo che arride a pressoché tutte le fiction delle reti generaliste contro cui, ovviamente, non bisogna nutrire astio o preconcetto, ma che anche a giudicarle coi rispettivi parametri raramente sono discrete e più spesso pessime. Nel poco incoraggiante quadro, però, mentre è scontato che i film lanciati nello spazio infinito e infido della Rete siano particolarmente penalizzati, risulta invece vantaggioso che continui a crescere l’attrattiva dei documentari, ex cenerentole dello spettacolo in presenza. Si prospetta, per esempio, un evento tutt’altro che di nicchia l’uscita in esclusiva sulla piattaforma on demand MioCinema di “QT8/Quentin Tarantino – The First Eight” che ripercorre la carriera del cineasta americano con l’ambizione di scavalcare la routine del tema. Strutturato in capitoli, corredato dalle interviste alle numerose star che ci hanno lavorato e ricco di retroscena inediti, aneddoti segreti e persino inserti d’animazione, il ritratto del folle e frenetico cinefilo che ribaltò le sorti di Hollywood all’alba dei Novanta è stato completato dalla bella attrice e produttrice Tara Wood dopo un’aspra battaglia legale per riottenere i diritti dei film dalla Weinstein Company ex Miramax a cui li aveva venduti nel marzo del 2018 prima che finisse in bancarotta. Non tutti ricordano, al riguardo, che Tarantino sino dall’exploit di “Le iene” era diventato il fiore all’occhiello della casa e il pupillo del tracotante Harvey, tanto da eseguire operazioni indegne come quella di fare vincere, in qualità di presidente della giuria, la Palma d’oro a Cannes a “Fahrenheit 9/11” il pamphlet contro Bush di Michael Moore prodotto sotto lo stesso tetto. Nel documentario il dettaglio imbarazzante non viene tuttavia nascosto e non manca la guardinga condanna da parte dell’ineffabile Quentin (difficile dargli credito quando non scrive dialoghi al curaro o fa esplodere di genialità le messinscene) dello scandalo sessuale che ha travolto il suo ex mentore. Certo corroborante per i fan, anche in virtù del ritmo che prende via via forza dalle clip delle sequenze culto, “QT8” non riesce a proporre sorprese esegetiche e neanche a congegnare la chiave buona per risolvere la diatriba tra costoro e i numerosi (ancorché in netta minoranza) odiatori forse perché gli uni e gli altri sostengono la stessa cosa: trattasi di venerabile maestro o, al contrario, di cinico copista perché ruba alle opere altrui ciò che gli serve per ricreare la magia di un cinema che assomiglia sempre e soltanto al suo.