Recensioni

Pubblicato il 10 Giugno 2023 | da Valerio Caprara

0

Prigione 77

Prigione 77 Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Barcellona 1976, dopo la morte di Franco. Il giovane e azzimato contabile Manuel è rinchiuso nel famigerato carcere Modelo dove subirà un autentico calvario di abusi e violenze nell'estenuante attesa del processo per appropriazione indebita. Inevitabile la sua adesione al Copel (Comitato coordinatore dei prigionieri in lotta), il movimento che si diffuse nelle carceri di tutta la Spagna per migliorare le condizioni disumane in cui vivevano i detenuti.

3.5


Chiedete a un cinefilo di citare un elenco di predecessori e vi ritroverete sommersi dai titoli. Il genere carcerario, altrimenti detto “prison movie” va avanti da solo ed è sufficiente a sé stesso, come dimostra la buona qualità di “Prigione 77” di Alberto Rodríguez tratto da una storia vera che pure non spicca per una particolare originalità. L’attenuazione della suspense in favore degli intenti di denuncia si manifesta, in effetti, nel dislivello tra la parte di vivida e realistica descrizione del coacervo di brutalità e umiliazioni connaturato al microcosmo concentrazionario e quella dell’inquadramento storico con accluso corollario socio-politico, certo corretto ma realizzato a scapito di quell’anelito universale di libertà, quel bisogno fisico di fuggire, quell’empito universale di redenzione e riscatto che accomunano delinquenti incalliti e piccoli malfattori e di cui abbondano al di là dello specifico contesto i cult movies come “Nick mano fredda”, “Fuga da Alcatraz” o “Le ali della libertà. ”. Lavorando d’intesa con il direttore della fotografia Alex Catalan, Rodríguez (“La isla mínima”) porta in ogni caso a termine il compito di rendere impressionante l’ambientazione ovvero il vero e storico Cárcel Modelo di Barcellona, dismesso nel 2017, oggi trasformato in centro culturale e concesso per l’occasione alla produzione iberica. Dove viene condotto nel prologo il giovane e azzimato contabile Manuel (Herrán) in estenuante attesa del processo per appropriazione indebita che potrebbe infliggergli una condanna spropositata rispetto alla somma sottratta. Il calvario, contrassegnato da comportamenti ingenui e autolesionisti, può avere così inizio: siamo nel 1976 e la morte di Francisco Franco ha aperto la strada a una democrazia tumultuosa e instabile, un processo di rigenerazione sociale che non sembra riguardare l’istituzione punitiva per eccellenza. Si può facilmente prevedere la catena di abusi e torture a cui Miguel e i suoi sodali reclusi saranno sottoposti dalle guardie, mentre le leggi di dominio e sopraffazione notoriamente instaurate dai più forti ovvero i clan criminali e mafiosi vengono ignorate (rivedere per rinfrescare le cognizioni sull’argomento il capolavoro “Il profeta” di Audiard); proprio perché alla regia interessa molto di più rievocare la nascita del Copel (Comitato coordinatore dei prigionieri in lotta), il movimento che riuscì a diffondersi nelle carceri di tutta la Spagna per migliorare le condizioni disumane e deplorevoli in cui vivevano i detenuti. Non a caso l’immagine ricorrente, inquadrata di sbieco attraverso le sbarre della cella, è quella dell’insegna al neon che esorta a “saltare nel colore”: la metafora pubblicitaria dell’avvento della tv a colori che il regista usa per tramandare gli sforzi non sempre coronati da successo di un paese che cercava di farsi strada verso la luce.

 

PRIGIONE 77

THRILLER – SPAGNA 2022

Un film di Alberto Rodríguez. Con Miguel Herrán, Javier Gutiérrez, Jesús Carroza, Fernando Tejero, Xavi Sáez, Catalina Sopelana

 

 

 

 

 

Condividi su
Share




Torna su ↑
  • Old Movies Project

    Old Movies Project
  • Film Commission

    Film Commission
  • Archivi

  • Facebook

  • Ultimi Video – Five – Fanpage

  • Ultimi Tweet

  • Link amici