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Pubblicato il 13 Settembre 2020 | da Valerio Caprara

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Mostra del cinema di Venezia 2020

C’è qualcuno disposto ad accapigliarsi sul verdetto di quest’edizione diversa da tutte quelle (ben 76) che l’hanno preceduta? Difficile pensare che ciò avvenga all’esterno della legione degli addetti ai lavori, i giornalisti e i cinefili che a mo’ di prodi paladini hanno affrontato sul fronte del Lido i disagi e le paure imposti dalle norme di sicurezza anti-Covid in nome di Monsieur Cinéma, un vecchietto dal fascino annacquato e la salute malferma. Preso atto, in ogni caso, della buona sorte che sinora ha gratificato il coraggio, la competenza e la dose di spregiudicatezza messa in campo del duo formato dal neo presidente della Biennale Ciccutto e il direttore della Mostra Barbera, si può aggiungere che non costituisce una sorpresa il livello complessivo dei titoli in gara per i Leoni: nessun capolavoro, alcuni discreti, altri standardizzati, qualcun’altro deludente con una punta di demerito in più, purtroppo, per i quattro battenti bandiera casalinga. E’ noto, in effetti, come la produzione internazionale, compresa quella americana che però stavolta non ha potuto mettersi in vetrina, non attraversi un momento entusiasmante, ma in attesa dell’uscita dei big (Moretti, Martone, Manetti Bros) non presenti al Lido perché bloccati dalle non facili strategie distributive e fatto salvo l’ottimo documentario mediorientale di Gianfranco Rosi (“Notturno”), era lecito pretendere molto di più dalla diligente quanto inamidata biografia di una figlia ribelle e sfortunata di Carl Marx (“Miss Marx”), la nobile ma enfatica rievocazione dei guasti provocati nella psiche di un adolescente da un raid dei terroristi rossi (“Padrenostro”) e le scomposte pantomime di una comunità di sorelle beatamente immuni dal presunto conformismo della famiglia tradizionale (“Le sorelle Macaluso”).

Fin qui basta e avanza il solito discorso sulla roulette dei gusti e sul viavai dei giudizi: purtroppo, però, i problemi sono molto più spinosi e le prospettive molto meno limpide. Non si tratta, vogliamo dire, di spaccare il capello in quattro sulla “coazione a ripetere” dei riti veneziani o cannensi, sulla loro logica, sulla loro capacità di dare slancio al comparto, sulla corrispondenza, sempre più nebulosa, tra fanfara mediatica e concreti effetti promozionali: come si può concepire, tanto per restare in argomento, che una manifestazione ideata negli anni Trenta, rivolta a spettatori in qualche modo vergini, allestita con l’ardore della sperimentazione e della scoperta possa essere trasportata nella situazione d’oggi, con l’overdose di fiction che dilaga sui supporti più disparati e universalmente accessibili e i film che viaggiano in streaming più veloci dei tasti dell’iPad dei convenuti alle anteprime sedicenti esclusive? Persino alla mondanità, checché ne dicano i savonarola dello specifico filmico un ingrediente rispettabilissimo e in qualche modo connaturato allo spirito dei festival, non serve quasi più a nulla il tappeto rosso visto che divi e divine (peraltro sotto minaccia d’estinzione: quanta tenerezza fanno oggi le foto delle epifanie di una Sofia Loren o un Gregory Peck circondati dai fotografi sulla darsena dell’Excelsior) sono braccati, sviscerati, sciorinati a getto continuo dai media e il rischio –come sta accadendo a quello di Venezia 77 secondo testimoni non soggiogati dal mantra del “tutto va ben madama la marchesa”- è che si regali la chance della sfilata a chiunque abbia un coniuge famoso, partecipato a un reality o prevalso in un campionato di TikTok. Il nodo vero e drammatico, lo sappiamo tutti, sta nella possibilità del ritorno del pubblico pagante nelle sale a partire da un autunno ancora avviluppato dalle malefiche spire della pandemia: se certi segnali non sono negativi –“Tenet”, il kolossal fantascientifico più grandiosamente oscuro delle ultime stagioni, sta andando bene al botteghino- il pericolo è che i pure benemeriti Netflix & co. brucino le residue speranze d’aggiornamento, resistenza e rinascita dell’ex arte chiave del Novecento.    

 

 

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