Recensioni

Pubblicato il 30 Dicembre 2018 | da Valerio Caprara

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Moschettieri del re – La penultima missione

Moschettieri del re – La penultima missione Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: 1650 o suppergiù... Ormai i quattro famosi moschettieri sono malandati e disillusi pensionati, ma la regina Anna d'Austria li riconvoca per affidargli la missione di salvare la Francia e salvaguardare gli Ugonotti dalle mire sanguinarie del cardinale Mazzarino.

1.3


Tra le motivazioni che spingono i registi a fare un film ce ne sono di nobili e d’ignobili, di profonde e di fortuite, di poetiche e di economiche, ma la peggiore è forse quella di “volere divertirsi a girare con gli amici”. L’esperto Veronesi avrebbe dovuto saperlo prima di dar vita a un’impresa da cinque milioni di euro di budget che anche a causa del goliardico proposito si traduce in un mezzo disastro: succede, infatti, che assistendo a “Moschettieri del re” quelli che rischiano di non divertirsi affatto siano proprio gli spettatori. L’ennesima versione del celeberrimo romanzo di Alexandre Dumas punta forte, come si sarà capito, sulla rimpatriata degli attori più in sintonia col regista di “Manuale d’amore”, un quartetto di simpatici istrioni calato nei costumi degli immortali spadaccini: Favino/D’Artagnan, Papaleo/Athos, Rubini/Aramis e Mastandrea/Porthos, a cui per il buon peso s’aggiungono coprotagonisti titolati come la Buy/regina Anna d’Austria, Haber/Mazzarino e la smaliziata ancella/Gioli. Purtroppo, però, la sceneggiatura cofirmata da Veronesi con Nicola Baldoni già predispone una trama sgangherata anzichenò, ma poi ci pensa una regia in libera uscita a dare il colpo di grazia al passaggio sullo schermo dei siparietti e le schermaglie farsesco-avventurose. Si vorrebbe con tutto il cuore cinéfilo lodare la ricerca di toni popolari, di un taglio da intrattenimento lussuoso (ci sono persino le riprese aeree realizzate con i droni), la fotografia, la scenografia e i costumi di buon livello professionale, ma lo svolgimento è così piatto e malfermo, le occasioni ridanciane così soffocate ed evanescenti da fare accogliere persino il finale alla Mulino Bianco come una sorta di liberazione.

In teoria questi personaggi attempati, malandati e chiacchieroni improvvidamente strappati alla pensione avrebbero potuto anche funzionare, ma il guaio è che se c’è un patrimonio che onora la tradizione della nostra commedia brillante è quello delle parodie dei classici: non volendo infierire è possibile sorvolare sul paragone indecente con la sublime epopea di Brancaleone, ma almeno sui mini-musical del Quartetto Cetra e le riletture del Trio Marchesini-Solenghi-Lopez Veronesi & co. avrebbero dovuto e potuto tarare la loro ciclopica presunzione. Il macchiettismo imperante in lungo e in largo procede, così, a furia di battibecchi, giochi di parole e confusioni slapstick che toccano il vertice nella parlata francese storpiata e maccheronica di Favino, certo divertente per una ventina di minuti, ma presto stucchevole a causa dell’imbarazzante ripetitività dei dialoghi e delle situazioni. Dispiace molto, infine, che i cattivi allievi dell’anarchico cinismo dei maestri della commedia all’italiana abbiano sentito anche il bisogno di agghindare il menu con una coroncina di allusioni all’attualità politica smielate e farlocche.

MOSCHETTIERI DEL RE – LA PENULTIMA MISSIONE

AVVENTURA, ITALIA 2018

Regia di Giovanni Veronesi. Con: Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo, Sergio Rubini

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