Articoli

Pubblicato il 6 Aprile 2021 | da Valerio Caprara

0

Morte di Tavernier

Solo rari e indiscutibili maestri d’oltralpe sono riusciti a diventare popolari presso il pubblico italiano e neppure Bertrand Tavernier è riuscito a esserlo.

Eppure il decano dei registi francesi, deceduto a Saint-Maxime sulla Costa Azzurra all’età di 79 anni, ha arricchito in profondità la cultura cinematografica nazionale e ha rappresentato un riferimento imprescindibile per gli appassionati e gli studiosi di tutto il mondo non solo per la prestigiosa filmografia, ma anche per la nutrita e pionieristica opera di critico, storico, produttore e operatore culturale. Del resto l’ora dell’addio tramanda la figura di un professionista d’alto livello caratterizzato, certo, dalla fedeltà ai padri artistici (in primis Renoir, ma anche gli artefici noti e meno noti del cosiddetto “cinema di papà” osteggiato dalla Nouvelle Vague), ma sempre improntato a un cosmopolitismo naturale, coraggioso, curioso e dunque attirato dalle storie e i personaggi lontani dal proprio imprinting esistenziale e artistico. La sua biografia, in effetti, rispecchia il classico profilo dell’intellettuale francese engagé formatosi all’alba dei Sessanta e maturato nell’ultimo e vorticoso quarto del “secolo breve”: eclettico, instancabile, vorace sotto tutti i punti di vista (è stato anche un ottimo gourmet) e schierato su pugnaci posizioni di sinistra peraltro oscillanti nel tempo fra attrazione e repulsione per gli estremismi.

Nato il 25 aprile del 1941 a Lione, Bertrand assiste ai drammatici giorni della guerra mondiale e l’occupazione nazista da un osservatorio privilegiato perché il padre René, poeta ed esponente della Resistenza, ha trasformato la propria casa in una sorta di centro clandestino d’opposizione e militanza in cui potevano incrociarsi futuri protagonisti del paese liberato come Aragon, Sadoul o Camus. Già collegiale al Saint-Martin de Pontoise, si trasferisce a Parigi dove s’iscrive al prestigioso liceo Henri IV iniziando a coltivare la vocazione per il cinema fino a rendersi conto che in futuro non avrebbe desiderato altro “che conoscere i film e le ragioni per cui venivano fatti”. Abbandonati ben presto gli studi di legge, comincia a scrivere i primi articoli e le prime recensioni che pubblica su riviste specializzate tra cui la mitica “Positif” con cui manterrà il rapporto più lungo e proficuo. La sua costanza e la sua dedizione convincono addirittura, a un certo punto, gli autorevoli padrini Sautet e Melville a perorare presso gli scettici genitori la causa del figlio deciso a mantenersi dedicandosi totalmente al mestiere giornalistico. Nel ’61 è proprio il maestro del polar, il poliziesco virato al nero, Jean-Pierre Melville a ingaggiarlo come assistente sul set di “Léon Morin prete”, ma l’esperienza è deludente tanto da fargli imboccare la strada che ritiene più congeniale di addetto stampa. È una decisione solo in apparenza di ripiego perché, in coppia con Pierre Rissient, Tavernier diventerà il più ricercato, il più potente e il più esperto promotore dei cineasti stranieri soprattutto americani (tra cui Kubrick) e di quelli francesi misconosciuti dalla critica ufficiale,  nonché il gestore insieme ad altri cinglés di cinema come lui della storica sala Nickel Odéon imprescindibile nel consentire ai parigini di vedere e amare capolavori di Lang, McCarey, Hawks, Fuller, Frankenheimer e tanti altri. Non a caso, non solo per chi scrive, il suo capolavoro assoluto non è uno dei pure importanti film che verranno, bensì la monumentale enciclopedia/dizionario Trente ans de cinéma américain (scritta con Jean-Pierre Coursodon nel 1970 e ristampata e aggiornata nel 1991 col titolo 50 ans de cinéma américain) che è stata e resterà la bibbia dei cinefili sull’argomento.

Nel 1973 scrive e gira nella sua Lione il primo lungometraggio, “L’orologiaio di Saint-Paul”, un giallo simenoniano straordinariamente sensibile ai dettagli psicologici e ambientali che, oltre a ottenere l’Orso d’argento a Berlino, sancisce l’incontro con Philippe Noiret che diventerà il suo attore feticcio. Da questo momento in poi Tavernier, sposato con la poetessa e scrittrice Claudine detta Colo che ha sempre collaborato col marito anche dopo la separazione ed è madre dei due figli Nils, attore e regista e Tiffany, scrittrice e sceneggiatrice, spazia senza remore né disagi in diversi generi, risultando gradito al pubblico e alla critica sia grazie ai film d’epoca, caratterizzati da una visione anticonformista dei rapporti tra cinema e storia, sia a quelli impregnati di aspre tematiche sociali. “Che la festa cominci…”, “Il giudice e l’assassino” e “Colpo di spugna” sono altrettanti gioielli di atmosfere morbose e angoscianti scandite dai leitmotiv della sopravvivenza individuale in una comunità malata, ma premi, lodi e selezioni nei festival principali sono appannaggio tra la metà dei Settanta e la fine degli Ottanta di film più “rotondi”, compiaciuti e spesso tendenti all’accademismo come “La morte in diretta”, “Una settimana di vacanza”. “Una domenica in campagna” e “Round Midnight – A mezzanotte circa”, fervida lettera d’amore al jazz che ottiene l’Oscar per la colonna sonora e la nomination per il protagonista Dexter Gordon. A partire da “Daddy Nostalgie” (1990) e fino a “Capitan Conan” (1996) e “Ricomincia da oggi” (1999), la compostezza e l’umanesimo di Tavernier iniziano secondo noi a ripiegare ulteriormente, anche se è giusto segnalare i risultati fuori standard dei crudi e incalzanti “Legge 627” e “L’esca” in una lista in cui non si riesce più a separare agevolmente il grano del talento dal loglio del mestiere. Leone d’oro alla carriera nel 2015, il fervido cinefilo Bertrand avrebbe, per la verità, già rintuzzato questa e altre riserve con una delle sue perentorie dichiarazioni di poetica: “ Tutto ciò che intensifica e drammatizza l’emozione e la realtà mi interessa”.         

     

 

 

 

Condividi su
Share




Torna su ↑
  • Old Movies Project

    Old Movies Project
  • Film Commission

    Film Commission
  • Archivi

  • Facebook

  • Ultimi Video – Five – Fanpage

  • Ultimi Tweet

  • Link amici