Recensioni no image

Pubblicato il 11 Marzo 2010 | da Valerio Caprara

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Mine Vaganti

La gaytudine può diventare una camicia di forza per un regista che aspiri a navigare al largo di filoni ed etichette. Ma quando Ennio Fantastichini, nel ruolo del padre padrone già colto da infarto quando l’erede ha proclamato nel clou di un pranzo di famiglia d’essere diverso, torna a passeggiare in centro città, si siede al tavolino del bar più in e ostenta una risata soddisfatta che presto si tramuta in irrefrenabile singhiozzo isterico, si capisce che Ferzan Ozpetek, rassicuratosi a vicenda con il giovane-veterano sceneggiatore Ivan Cotroneo, ha girato in scioltezza il suo film più svincolato, disinibito, eccentrico. <br />“Mine vaganti”, che intreccia passato e presente nel ritorno del figlio più piccolo all’agiato e provinciale focolare domestico, trae in effetti impulso dalla sfumatura bizzarra, dall’eccesso, dalla scorrettezza, dallo scarto e va in surplace, al contrario, proprio quando inserisce le bretelle narrative del messaggio (avete indovinato: la condizione gay è una ‘caratteristica’ che non si può o si deve normalizzare e ai cui portatori sani bisogna solo chiedere se siano felici o meno).

La trama si sviluppa, così, in senso volutamente e piacevolmente ondivago, messa a frutto da uno stile sincopato su misura dei solari e sensuali scorci della città di Lecce e degli exploit come quelli del superFantastichini degno erede del Saro Urzì di “Sedotta e abbandonata” inseriti in un concerto di recitazioni armonico persino quando ha il fegato (qualcuno dirà spudoratezza) di scatenarsi nei quadretti satirici farseschi.

Non a caso il pregevole lavoro sulle musiche dovuto a Pasquale Catalano aiuta “Mine vaganti” a impastare il lievito, appunto, della commedia all’italiana dei Germi o Monicelli con una visione più moderna, folle, spiazzante, camp, dove l’originalità è anche quella di accostare Patty Pravo a “50mila” di Nina Zilli o “The Way We Were” dell’indimenticabile melò con Redford e la Streisand.

Il prologo e l’epilogo, che rievocano il sogno spezzato della nonna (a nostro gusto il personaggio più ingombrante, a prescindere dal carisma di Ilaria Occhini), complicano ma non offuscano il vivido autoscatto del pastificio Cantone, microcosmo in cui l’antiquato fortino formalistico è costretto, senza ricorrere ai soliti mezzucci del cinema “pubblicità progresso”, a mutarsi in un futuro d’indecifrabile ma almeno vitalistico dissesto.

MINE VAGANTI

REGIA: FERZAN OZPETEK

CON: RICCARDO SCAMARCIO, NICOLE GRIMAUDO, ENNIO FANTASTICHINI, ALESSANDRO PREZIOSI, LUNETTA SAVINO, ELENA SOFIA RICCI, MASSIMILIANO GALLO

COMMEDIA – ITALIA 2010

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