Mani nude
Sommario:
2.5
Film per stomaci forti e a tratti poco verosimile, “Mani nude” merita tuttavia attenzione perché si pone come antitesi a tanto cinema italiano ruffiano e surgelato. Sulle orme dell’omonimo romanzo noir di Paola Barbato -non a caso già trasposto a fumetti dalla stessa autrice- il regista Mauro Mancini (“Non odiare”) e il cosceneggiatore Davide Lisino ci introducono, infatti, in un mondo parallelo immerso in atmosfere insieme allegoriche e iperrealistiche che mixano suggestioni dei manga giapponesi, echi degli ex giovani ribelli del cinema francese Beineix e Besson e molti cult movie da “Rollerball” a “Fight Club”. S’inizia senza preamboli con il sequestro del viziato e benestante giovanotto Davide (Gheghi) nel corso di una serata in discoteca. Trascinato a viva forza in un decrepito cargo riattato a palestra concentrazionaria, il ragazzo scopre di essere caduto nelle grinfie di un’organizzazione criminale che gestisce, spesso e volentieri per insospettabili pubblici altolocati, un giro clandestino di combattimenti a pugni e calci in cui il perdente inevitabilmente crepa. Toccherà al duro e laconico trainer Minuto (Gassmann) bloccare i suoi tentativi di fuga e trasformarlo a poco a poco in una spietata macchina di guerra ribattezzata Batiza… Raccontato a gran ritmo e recitato all’altezza, “Mani nude” avvince la platea grazie al cupo fascino dei mortali corpo a corpo tra i nuovi gladiatori, le battute a effetto da western all’italiana e il classico leitmotiv darwiniano del “killer che abita dentro di noi”; peccato, però, che a lungo andare (più di due ore di durata) -una volta fatta l’abitudine ai tetri scenari da archeologia industriale e alle svariate incongruenze narrative- tendano a prendere il sopravvento alcuni stereotipi grotteschi (Carpentieri mascherato da mefistofelico boss orbo, il “Protagora” di Platone a portata di mano di Gassmann, la salvifica fanciulla Peluso che spunta in quell’inferno machista, i traumi del passato spiegati come farebbe qualsiasi psichiatra ecc.), la musica sovrabbondante e la metafora alquanto grossolana delle società fondate sulla logica dell’homo homini lupus in cui si può sopravvivere soltanto ammazzando gli altri a suon di botte.
MANI NUDE
DRAMMATICO – ITALIA 2024
Un film di Mauro Mancini. Con: Alessandro Gassmann, Fotinì Peluso, Francesco Gheghi, Renato Carpentieri Giordana Marengo, Paolo Madonna