Pubblicato il 10 Giugno 2023 | da Valerio Caprara
0La cospirazione del Cairo
Sommario: Il giovane Adam vive in un arcaico villaggio egiziano, ma grazie al patrocinio dell’imam locale riesce a ottenere una borsa di studio presso l’università musulmana Al-Azhar del Cairo. Appena arrivato, però, si ritrova invischiato in un vortice di spionaggi, sabotaggi, delazioni e uccisioni alimentato dall'inesausto conflitto sotterraneo tra il potere governativo che teme l'ascesa dell'ideologia fondamentalista nella scuola e quello dell’élite religiosa votata a mantenere a tutti i costi il controllo della stessa.
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Il suo nome è Adam. È molto giovane. È figlio di un pescatore e la natura lo ha dotato di capacità intellettuali superiori. Grazie al patrocinio dell’imam locale riesce a ottenere una borsa di studio all’università musulmana Al-Azhar del Cairo, la Harvard del Corano, ottenendo la chance di potere aspirare a un brillante avanzamento sociale. Accade subito, però, un evento che lo trascinerà in un inesausto vortice di spionaggi, sabotaggi, delazioni e uccisioni scatenato dalla perenne lotta tra il potere governativo che teme l’ascesa di ideali radicali nella scuola e quello dell’élite religiosa tesa a mantenere a tutti i costi il controllo della stessa. ”La cospirazione del Cairo” è un thriller formidabile che gestisce i suoi temi politici e polemici in modo esemplare, senza cioè che l’uno strumentalizzi o prevarichi l’altro: Tarik Saleh, di padre egiziano ma nato e cresciuto a Stoccolma, ci offre la possibilità di comprendere quanto sia cruciale e allarmante lo scontro in atto nel Medio Oriente sul diritto alla libertà religiosa e i mezzi a cui lo Stato può ricorrere per proteggersi dalla peste ideologica del fondamentalismo. Ancor più che nei titoli precedenti “Omicidio al Cairo” e “The Contractor”, il cineasta modella lo stile sulle ambientazioni prescelte -in questo caso i labirintici anfratti del principale centro d’insegnamento dell’Islam sunnita ricreati per ovvie ragioni nella moschea di Süleymanye di Istanbul ed esplorati grazie all’alternanza tra eleganti e maestose inquadrature dall’alto e dal basso e le frenetiche riprese di pura azione filmate con la macchina a mano – col risultato di dare al film un ritmo calibratissimo di ellissi intelligenti, transizioni musicali fluide e montaggi paralleli e immergere lo spettatore in un’atmosfera ben più inquietante e realistica di quelle comunemente ottenute dagli effetti speciali. Come premesso Saleh non impartisce lezioni né preconfeziona messaggi, ma con il suo seguito di manipolazioni reciproche e colpi di scena incrociati si collega ai romanzi di Le Carré, a “Il nome della rosa” di Eco e al filone della Nuova Hollywood anni 70 incentrato sulle deviazioni paranoiche dei servizi segreti. Il piacere del thrilling spionistico e del suo impianto rigenerato in questi scenari alquanto ignoti al pubblico nostrano risultano tanto più accattivanti ed emozionanti quanto più supportati da un cast eccellente, ovviamente a cominciare dalla coppia dei protagonisti: da una parte il ragazzo (Barhom), venuto da un remoto eden medievale e intrappolato nei soffocanti giochi di simmetrie e focali corte usati dalla regia per mettere in risalto la faraonica struttura di Al-Azhar, deve imparare a crescere, sopravvivere e orientarsi nel circostante bestiario umano trasformando a poco a poco la remissività e l’indifferenza in rabbia e astuzia; dall’altra, il colonnello della Sicurezza di stato che lo gestisce (Fares) è un uomo intriso per obbligo professionale di ambiguità, dedizione e spregiudicatezza non troppo dissimile dalle figure di sbirri brutti, sporchi e cattivi cari ai maestri Eastwood, Friedkin e Lumet…
Politica e religione competono nel cinismo e si rincorrono con le rispettive e oscure manovre. Dopo la Primavera araba sono gli “ulama” a eleggere il Grande imam e non il governo, ma nello scontro tra oscurantisti e riformisti sunniti i teologi fanatici come il losco e ipocrita Al-Durani alleato dei salafiti potrebbero prevalere. Un malessere e un disagio perpetui incombono sulla capitale oscura e tentacolare, i suoi ingorghi, le sue notti al neon. Il tradimento è all’ordine del giorno. In queste lande scespiriane non c’è posto per l’innocenza. Chissà se un giorno Adam potrà mai tornare a tirare le reti all’alba nel mare al largo del suo villaggio.
LA COSPIRAZIONE DEL CAIRO
THRILLER – SVEZIA/FRANCIA/DANIMARCA 2022
Un film di Tarik Saleh. Con Tawfeek Barhom, Fares Fares, Mehdi Dehbi, Mohammad Bakri, Makram Khoury, Yunus Albayrak