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Pubblicato il 15 Giugno 2024 | da Valerio Caprara

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Kind of Kindness*/Noir Casablanca**/El Paraíso***

Yorgos Lanthimos ex vedette del cinema di nicchia assurto (con merito) al cielo della popolarità internazionale grazie a “La favorita” e “Povere creature!”, è tornato a fare coppia con lo sceneggiatore Efthymis Filippou con cui aveva firmato i presunti capolavori del periodo greco. Non a caso, così, “Kind of Kindness” ricorre allo stile e al gusto messi temporaneamente da parte per conquistare premi e incassi e torna a propinare al pubblico un trittico in cui l’intento di tramandare l’attuale condizione dell’umanità permeata di malvagità e amoralità produce un film algido, cervellotico e compiaciuto. Interpretata da un pugno d’attori capeggiati dai fedeli Stone e Dafoe, presenti in ruoli diversi in tutti gli episodi, la mini antologia inanella dettagli macabri, pulsioni feticistiche, torture e mutilazioni nonché per il buon peso alcune digressioni tra il surreale e il caricaturale che prefigurano a mo’ di distopia una degenerata “normalità” passivamente accettata dalle società occidentali. S’inizia con un tizio schiavizzato dal padrone che si rifiuta con conseguenze pessime di eseguire un omicidio, si continua con un poliziotto che reputa una simulatrice la moglie tornata nel focolare domestico dopo una misteriosa scomparsa e si chiude con un paio di personaggi alla ricerca della persona apparsa in sogno (forse) in grado di vincere l’ineluttabilità della morte. Nel finale la rivelazione dello scopo di quest’ultima ed ermetica indagine  permetterà di riagganciarsi in qualche modo al prologo. Al di là degli scenari stranianti di un’America claustrofobica e devitalizzata e del virtuosismo delle riprese più attente alla minacciosità delle atmosfere che alle azioni dei personaggi tenuti più o meno in conto di pedine della dama, nient’altro che una tappa riservata agli abbonati del Lanthimos Magical Mystery Tour.

Bogart non c’entra più niente in “Noir Casablanca”, thriller cupo e crudo dell’esordiente Kamal Lazraq che ambienta nei meandri della fatidica città marocchina l’odissea notturna di una coppia di malfattori inadeguati. S’inizia con una lotta clandestina tra cani modello “Amores perros”, il cui esito innesca nel gangster padrone del molosso sbranato propositi rabbiosi: incaricato di sequestrare per vendetta il canaro vincente, il truffatorello Hassan trascina il figlio Issam nell’impresa. Errore: il compito si rivela troppo impegnativo e ci scappa involontariamente il morto. Peccato che la salma pesi 120 chili e il regista sia felice di porre quanti più ostacoli possibili al disperato tentativo della coppia di sbarazzarsene prima che sorga l’alba… Naturalmente il filo conduttore del cadavere ingombrante crea situazioni grottesche che, oscillando tra dramma e commedia, ricordano vagamente i raggiri hitchcockiani di “La congiura degli innocenti” e “Nodo alla gola” sino all’epilogo in cui tutti i protagonisti sono irrisi e ridicolizzati definitivamente. L’esilità della trama è compensata dalla disinvoltura e il coraggio del regista che arriva persino a chiamare in causa i delicati precetti islamici con abbondanti dosi di humour nero.

In “El Paraíso”, scritto e diretto da Enrico Maria Artale (“Il terzo tempo”), la formidabile attrice De Francisco, indimenticabile protagonista di “Ilona arriva con la pioggia”, interpreta l’ossessiva e invadente mamma colombiana del balordo e imbranato figlio quarantenne Julio Cesar (Pesce) che la subisce in tutti i sensi. Sullo sfondo di una Fiumicino invernale, rifugio di emarginati e piccoli malavitosi, il malsano rapporto sembra cristallizzato nell’astorico tempo pasoliniano e nella loro casetta accanto al molo madre e figlio campano ricevendo e tagliando la droga per conto di un inquietante spacciatore (Montesi). I due coltivano anche una sfrenata passione per la salsa e il merengue che si recano a praticare ogni week-end, tanto da fare assumere un peso significativo nella trama ai ritmi della musica e la danza caraibiche. Fino a quando nella squallida landa suburbana arriva imbottita di cocaina una giovane e sensuale conterranea della madre-padrona, ovviamente destinata a diventarne la rivale… I ritratti di un’umanità derelitta, i cui sentimenti sono rappresi nell’amorfa ferinità dettata dall’istinto di sopravvivenza, non hanno la tragica nitidezza di quelli non troppo dissimili di Garrone (“L’imbalsamatore”, “Dogman”), ma gli attori bucano lo schermo e il melodramma trash in cui fatalmente sprofonderà il triangolo intriso di paura e gelosia è delineato con mano ferma e uno sguardo mai ricattatorio o pietistico.

 

KIND OF KINDNESS

GROTTESCO – IRLANDA/GRAN BRETAGNA 2024

Un film di Yorgos Lanthimos. Con: Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe, Margaret Qualley

 

NOIR CASABLANCA

THRILLER – MAROCCO/FRANCIA/BELGIO

Un film di Kamal Lazraq. Con: Ayoub Elaid, Abdellatif Masstouri, Mohamed Hmimsa, Abdellah Lebkiri

 

EL PARAÍSO

DRAMMATICO – ITALIA 2023

Un film di Enrico Maria Artale. Con: Margarita Rosa De Francisco Baquero, Edoardo Pesce, Maria del Rosario, Gabriel Montesi

 

 

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