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Pubblicato il 15 Giugno 2019 | da Valerio Caprara

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Juliet Naked – Tutta un’altra musica

Juliet Naked – Tutta un’altra musica Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Il ménage di Annie e Duncan, residenti in un paesino marittimo non lontano da Londra, procede alla meno peggio: lei desidererebbe svincolarsi dalla routine coniugale, lui si estenua nel culto di Tucker Crowe, leggendario rocker d’oltreoceano sparito da tempo dalla scena musicale. La miccia della svolta è accesa dall’uscita di un album online contenente i demo originali di un disco di Crowe, evento che incrementa il feticismo dell’insopportabile Duncan e nel contempo spinge la consorte a compiere il gesto che innescherà un girotondo dalle conseguenze tragicomiche.

2.5


Anche se lo scrittore inglese Nick Hornby resta un beniamino dello schermo, le sei trasposizioni dei suoi romanzi tramandano un rendimento altalenante. Adesso la settima, intitolata “Juliet, Naked – Tutta un’altra musica”, va a collocarsi su un discreto livello medio equidistante dalle riuscite di “Febbre a 90°” o “About a Boy” e dai fiaschi di “E’ nata una star?” o “Slam”. Forse è colpa del tempo trascorso tra l’uscita del libro (Tutta un’altra musica, Guanda, 2009) e la realizzazione del film, forse è colpa della scrittura a più mani del copione o magari è colpa del regista statunitense ex membro della band dei Lemonheads Peretz non a suo agio con le atmosfere marcatamente british, fatto sta che questa commedia romantica con retrogusto amaro procede a fatica prima di limare al meglio i dialoghi e imboccare col piglio giusto le diramazioni conclusive. I momenti gradevoli rimangono, peraltro, in maggioranza perché il quadro narrativo è in linea con la propensione di Hornby per le storie agrodolci degli adulti rimasti bambini, i focosi intrecci tra amore e rock e gli inevitabili contrasti fra le scomposte e plateali passioni maschili e la coraggiosa tenacia di quelle femminili.

Nel prologo il ritmo è intonato al sonnacchioso ménage di Annie e Duncan residenti in un paesino marittimo non lontano da Londra: lei desidererebbe svincolarsi –magari grazie a un figlio- dalla routine coniugale, lui si estenua nel culto internettiano di Tucker Crowe, leggendario rocker d’oltreoceano sparito da tempo dalla scena musicale. La miccia della svolta è accesa, però, proprio dall’uscita di un album online contenente i demo originali di un mitico disco di Crowe, evento che incrementa il feticismo dell’insopportabile Duncan e nel contempo spinge la consorte a compiere in un soprassalto di rabbia il gesto che innescherà un girotondo non più virtuale d’incontri e scontri dalle conseguenze tragicomiche. Gli aspetti positivi sono connessi al classico tema che fece la fortuna di “Notting Hill” ovvero quello dei risvolti grotteschi del rapporto tra un fan ossessivo e la sua star preferita, qui valorizzato dalla figura dello scombinato musicista modello Big Lebowski che è nelle corde dell’ottimo Hawke, nonché alla sapiente ricostruzione -con l’apporto di finti videoclip, concerti su MTV e colonna sonora all’altezza- del tipico clima musicale imperante nei ’90. Quelli negativi, invece, alle prestazioni un po’ anonime delle sia pure graziose interpreti femminili e all’eccesso di vezzi accattivanti ereditati dallo stile manieristico del cinema americano alternativo/indipendente.

JULIET, NAKED – TUTTA UN’ALTRA MUSICA

COMMEDIA SENTIMENTALE, USA/GRAN BRETAGNA 2018

Regia di Jesse Peretz. Con: Ethan Hawke, Rose Byrne, Chris O’Dowd, Azhy Robertson, Phil Davis

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