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Pubblicato il 8 Aprile 2023 | da Valerio Caprara

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Il ritorno di Casanova

Il ritorno di Casanova Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Bernardi è un venerato maestro annoiato dal cinema e dalla vita che vorrebbe e non vorrebbe suggellare la carriera mettendo in scena il “Casanova” di Schnitzler perché basato su un personaggio percepito come affine: ne nasce una sorta di duello virtuale con il vanesio protagonista del film, anch’esso immerso nelle angosce del declino fisico e artistico.

1.5


È arrivato il momento anche per l’eclettico Salvatores di confrontarsi con il proprio status professionale, il sempiterno conflitto tra arte e vita e la senilità che incombe. In “Il ritorno di Casanova” c’è tanto, c’è troppo, ma soprattutto c’è il risultato non propizio del duplice match ingaggiato prima con il mirabile romanzo breve di Schnitzler da cui è tratto e poi con il sommo modello felliniano “Otto e mezzo”. Se ci limitassimo a leggere la sceneggiatura del film, scritta dal soave Gabriele insieme a Contarello e Mosetti, forse potremmo riconoscere il pungente scetticismo con cui lo scrittore viennese vi affronta il duplice e ingannevole mistero della vita e della morte; purtroppo, invece, l’autofiction che si materializza sullo schermo comunica sensazioni diverse e devianti prodotte da uno sviluppo narrativo ibrido e costellato di sequenze assai compiaciute della propria eleganza.  Dunque Bernardi (Servillo) è un venerato/veterano maestro annoiato dal cinema e dalla vita a pari merito che vorrebbe e non vorrebbe suggellare la carriera mettendo in scena, appunto, il “Casanova” di Schnitzler perché basato su un personaggio percepito come affine: ne nasce una sorta di duello virtuale con l’interprete del film (Bentivoglio), anch’esso immerso nelle angosce del declino fisico e artistico. La fotografia in bianco e nero accompagna la crisi del regista, quella a colori il vanesio divo, un espediente formale in teoria adeguato, ma in concreto pericoloso perché fa pensare quanto fosse insicuro Salvatores nel rendere poetico e ispirato il risucchio di una storia nell’altra. Nonostante la nota abilità trasformistica di Servillo e Bentivoglio, le tappe dell’”impavida” resistenza alla fuga del tempo risultano spesso artificiose e manieristiche: dispiace, in particolare, che al primo tocchi la frusta metafora dell’anziano tormentato che si ringalluzzisce grazie all’amore puro di una giovinetta green che vive serena tra le fresche frasche coltivando la terra, mangiando pane fatto in casa e aiutando le mucche a partorire. Al secondo devono invece bastare un’altra donzella (purtroppo riottosa), un duello da combattere nudo come un verme, omaggi sparsi a “Barry Lyndon” e qualche provocazione appena impertinente. Al the end si possono al massimo apprezzare i guizzi sarcastici –non a caso la scena più divertente è quella dell’appartamento domotico di Bernardi che provvede per via elettronica a tutti i suoi bisogni minacciando di programmargli anche i sentimenti- e il bonus della speranza concesso se non ai personaggi di finzione, almeno a noialtri spettatori.

 
IL RITORNO DI CASANOVA
DRAMMATICO – ITALIA 2023
Un film di Gabriele Salvatores. Con Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Sara Serraiocco, Natalino Balasso, Alessandro Besentini
 
 

 

 

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