Recensioni

Pubblicato il 14 Settembre 2021 | da Valerio Caprara

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IL MOSTRO DELLA CRIPTA/CHARLATAN

 

Horror scaccia horror. Considerando che i tempi non sono propriamente allegri nonostante il doping vacanziero, ritrovarsi al cinema per gustarsi un filmetto scapigliato e divertente, intelligente e autoironico, onirico ed eccentrico può risultare molto utile per fronteggiare le paure più subdole e striscianti: è uscito, infatti, ieri nelle sale e nelle arene deputate il nuovo film scritto e prodotto dai Manetti Bros e diretto dal regista romano classe 1985 Daniele Misischia che gioca tutte le sue carte allestendo un revival del genere fantathriller a chiave comica evocativo con garbo sia del filone adolescenziale hollywoodiano anni Ottanta dei “Goonies”& co., sia di quello autoctonodei pionieristici manipolatori del sovrannaturale Bava, Freda, Ferroni e il giovane Avati. Eccoci dunque trasportati a Bobbio, appartato eden dell’Appennino romagnolo finora noto solo per le incursioni proustiane di Bellocchio, dove il protagonista ventenne Giò coltiva le sue sfrenate passioni per i fumetti e il cinema (però senza timori riverenziali: “Ci fanno i cicli d’essai per fare amare il cinema ai giovani… ma dopo tre mesi di Nanni Moretti, i giovani te li sei belli che giocati”). Sconcertato dai numerosi fallimenti registrati come cineasta di velleità autoriale e come eterno aspirante alle inedite gioie del sesso, il ragazzino interpretato con acerba quanto accattivante disinvoltura da Tobia De Angelis crede di scoprire che il peggior incubo ideato e disegnato nell’amato album “Squadra 666” dal mitico fumettista Diego Busirivici si stia realmente svolgendo nei sonnolenti recessi del paesello. “Il Mostro della Cripta”, che si avvale del contributo del maestro degli effetti speciali Sergio Stivaletti, si scatena, così, in una sfrenata e talvolta sgangherata girandola di avventure tra l’orrorifico e il faceto chiamando a testimoni personaggi della scena pop (da Luke Skywalker a Guccini, dagli zombies a Dylan Dog) senza, peraltro, oberarli di responsabilità oracolari, bensì spostandoli su e giùnegli ameni sfondi rurali con un gusto della citazione e della parodia frizzante nonostante il peso di precedenti di ben altra qualifica. Qualche intoppo ritmico si evidenzia specie nelle multiple anse del sottofinale, ma l’energia senza infingimenti di Misischia e del suo team è così fresca e genuina da garantire una sufficiente vitalità sino ai fuochi d’artificio della conclusione destinata al prevedibile tripudio di platee giovanili competenti e smaliziate. Lillo Petrolo, inoltre, nel ruolo del casareccio genio del disegno conferma la sua bravura e la sua simpatia, del tutto meritevoli d’avere convinto il neodirettore del festival di Locarno Giona Nazzaro (laureato in storia e critica del cinema all’”Orientale” di Napoli) a selezionare fuori concorso un film come questo che non più di qualche anno fa sarebbe stato classificato al grado zero dalla critica cinematografica ufficiale e dal bon ton dei festival istituzionali.

Viene a proposito anche “Charlatan – Il potere dell’erborista”, diretto dalla venerabile Agnieszka Holland a beneficio di una variegata coproduzione europea, perché il personaggio storico al centro dello script offre allo spettatore ampi agganci di discussione e polemica sul tema di massima attualità dei dubbi suscitati dalle decisioni talvolta autoritarie e strumentali della medicina tradizionale. Classico centone biografico correttamente impaginato, il film sbozza, infatti, la figura dell’erborista ceco Jan Mikolasek che sino alla fine degli anni Cinquanta acquista fama e meriti anche al di là dei confini nazionali diagnosticando le malattie dei pazienti esclusivamente studiandone in boccetta le urine: nel racconto fluido e senza guizzi particolari, il cui manierismo comprende un accenno all’omosessualità che l’avrebbe penalizzato una volta caduto in disgrazia, non viene data importanza al vero o falso titolo professionale di “dottore” perché l’instancabile dedizione, il ruvido ascetismo, gli inconfutabili e talora miracolosi successi pongono il protagonista – non a caso addestrato non da un’università, bensì da una celebre guaritrice – in una posizione, purtroppo solo provvisoriamente, privilegiata persino nelle spire della tetra dittatura comunista instaurata dalle truppe di Stalin in Cecoslovacchia (fu ammesso anche al capezzale del temuto presidente Zapotocky). Un titolo più che dignitoso, insomma, facente parte dell’interessante catalogo della distribuzione Movies Inspired a cui, peraltro, le prime recensioni hanno dedicato un distratto risalto. Circostanza che non vorremmo riguardi il retrogusto blandamente politico dell’apologo: come se non ci fosse mai nulla da imputare alle migliaia di film dedicati ai misfatti delle belve naziste, ma fosse vietato tirare in ballo quelle del cosiddetto socialismo reale.

 

IL MOSTRO DELLA CRIPTA

HORROR/COMMEDIA – ITALIA 2021   ***

Regia di Daniele Misischia. Con Tobia De Angelis, Lillo Petrolo, Amanda Campana, Nicola Branchini, Chiara Caselli, Gisella Burinato

 

 

CHARLATAN – IL POTERE DELL’ERBORISTA

DRAMMATICO/STORICO-REPUBBLICA CECA/IRLANDA/SLOVACCHIA/POLONIA2020**

Regia di Agnieszka Holland. Con Joachim Paul Assbock, JanVlasàk, Martin Mysicka, Ivan Trojan, Marek Epstein, JurajLoj

 

 

 

 

 

 

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