Recensioni

Pubblicato il 6 Giugno 2016 | da Valerio Caprara

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Fiore

Fiore Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozione

Sommario: Due adolescenti devianti riescono a instaurare una relazione nell'istituto di pena in cui sono detenuti. Le dure restrizioni del regolamento ostacolano, ma non estinguono la reciproca sete d'amore.

2.5


Probabilmente firmando la regia di due tra i più tosti episodi di Gomorra 2. La serie”, Giovannesi ha incrementato il credito riscosso dal recente passaggio di Fiore alla Quinzaine del festival di Cannes. In questo film scabro ma tutt’altro che naif, magari un minimo accomodato sulla scia degli hit giovanil-ribellistici d’ogni nazione ed epoca, però sospinto da un’empatia con i personaggi davvero spasmodica, mette in scena l’amore duramente contrastato tra detenuti in un carcere minorile: i rapinatori adolescenti Daphne e Josh, separati dal regolamento, sono costretti a proteggere il proprio rapporto sempre più intenso attraverso il fragile reticolo sospeso tra sguardi fuggitivi, battute scambiate al volo dietro le sbarre e avventurose missive clandestine.

Come in ogni prison-movie che si rispetti, la metafora risulta semplice eppure strenuamente coerente: qualunque sia la natura del crimine commesso, qualunque sia l’identità del segregato, l’ossessione della libertà è il sentimento più forte, oseremmo dire più “spettacolare” comunicato al mondo esterno. Tenendo a bada gli ambigui impulsi pietistici, il regista romano definito con qualche approssimazione pasoliniano lavora egregiamente con la macchina da presa, s’inventa un cinema tattile, decritta i sentimenti a forza d’inquadrature aderenti come tatuaggi, lascia intravedere l’anima anziché la scheda psicosociologica dei suoi ragazzi. Nel cast non mancano alcuni detenuti dell’Istituto penale di Casal di Marmo, aspetto che aiuta il coté naturalistico dell’operazione, ma dal modo in cui Giovannesi pedina la non professionista ed ex cameriera ventunenne Daphne Scoccia non trasuda l’odore asettico del laboratorio educativo, bensì la condivisione totale, dolorosa, pressoché fisica degli impulsi e degli istinti. Aggiungendo che Mastandrea, nella parte disorientata e tragica del padre Ascanio è straordinariamente bravo come sempre, si capisce che la qualità del cast rappresenta il valore più alto di questo ulteriore segnale dei prodromi di una grande carriera. Infine, com’era del resto indispensabile, Fiore è basato su una perlustrazione accuratissima degli spazi e della loro migliore collocazione per la resa del racconto nelle singole inquadratura e le relative sequenze.

Fiore

Regia: Claudio Giovannesi

Con: Daphne Scoccia, Josciua Algeri, Valerio Mastandrea, Laura Vasiliu

Drammatico. Italia 2016

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