Recensioni

Pubblicato il 5 Febbraio 2024 | da Valerio Caprara

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Enea

Enea Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Enea, rampollo della buona borghesia –padre psicologo, madre conduttrice tv, fratello adolescente problematico- gestisce un ristorante sushi, tira e spaccia cocaina, frequenta club esclusivi e feste smodate e ha come migliore amico Valentino, gay solitario e neopilota d’aereo...

2.5


Film ispido, tracotante, egolatrico però anche talentuoso, penetrante e corrosivo, “Enea” conferma le qualità fuori standard dello sceneggiatore, regista e protagonista Pietro Castellitto ma nello stesso tempo le mette in una sorta di stand by della carriera. Alla sua seconda prova dopo “I predatori”, infatti, il figlio non riconciliato del grande Sergio sembra ancora a metà del guado perché s’ispira sempre e solo a sé stesso, ma nello stesso tempo evoca irresistibilmente un Ferreri per la generazione Z, un Nanni Moretti all’acido o un Sorrentino di quartiere (la stessa Roma nord bersaglio dei furori fumettistici di Zerocalcare). La sostanza di questa post-commedia all’italiana, paradossalmente, potrebbe fungere da contraltare ai lodati e dimessi, laconici ed estatici pauperismi di “Foglie al vento” e “Perfect Days” perché mira  a tramandare un ritratto ambientale e antropologico dei trentenni agiati della capitale sovreccitato e gremito di alienazioni diffuse, clan familistici e nichilismi assortiti nient’affatto riscattati dall’autodenuncia e l’autosarcasmo. L’Enea del titolo è, in effetti, una sorta di Jep Gambardella rampollo della buona borghesia –padre psicologo (Castellitto senior), madre conduttrice tv (Noschese), fratello adolescente problematico (Cesare Castellitto)- che gestisce un ristorante sushi di successo (peccato che la battuta ricorrente sullo chef sia fiacca più che volgare),  tira e spaccia cocaina, frequenta club esclusivi e feste smodate e come migliore amico e anima gemella può contare sull’ineffabile Valentino (il cantautore e rapper Guarascio), gay, solitario e neopilota d’aereo troppo alieno per valutare qualsiasi sentimento del prossimo… Ragazzi “per male” che si dilettano a sorvolare dal cielo la metropoli proprio perché –attenzione: metafora- vorrebbero svincolarsi da un mondo di cui fanno parte a pieno titolo edonistico ma di cui disprezzano i valori di riferimento, il regno di adulti che hanno perso ogni scintilla vitale ma anche di coetanei che sopravvivono sull’orlo dell’abisso come scorie putrefatte del benessere ereditato. Nella sua esplorazione della gioventù senza scopo in una società sempre più apatica Enea, coerentemente con la sua filosofia esistenziale sotto vago influsso di Nietzsche, si sente vuoto come i suoi interlocutori d’ogni età e ruolo tutto sommato definiti esclusivamente dalla consapevolezza della finitezza umana e della morte.

Dunque il baldanzoso cineasta a lungo si esercita a introdurre frammenti di temi e personaggi sulle differenze intergenerazionali e sulla soffocante noia del presente, tutti trattati con stile massimalista e virtuosistico, tutti ricchi di stravaganze e sberleffi, tutti estranei alle consuete e tranquillizzanti didascalie imbottite di buonismo progressista, prima che la trama imbocchi una marcata svolta narrativa. Il passaggio dei compari dallo spaccio casuale di droga al coinvolgimento più profondo nel crimine innesta, infatti, un secondo climax, ma i dettagli alquanto vaghi al proposito fanno sì che lo spettatore non si ritrovi al cospetto di un vero e proprio impianto thrilling: lo stesso Castellitto, del resto, ha descritto il film come una “storia di genere senza genere” e così, mano a mano che si avanza verso i colpi di scena finali, si riducono giocoforza le sfaccettature e le contraddizioni della barcollante vita del protagonista, tra cui, in primis, l’imprevedibilmente tenera love story con la fascinosa Eva (Porcaroli). Risulta ai nostri occhi più riuscita, in definitiva, la prolungata fase in cui il ritmo febbrile e circolare del film nonché il suo eccesso organizzato restano prerogative speciali assegnate ad alcuni formidabili caratteristi – come il re delle droga di Dionisi e il giudice-scrittore di Montanini- ovvero ai contrappunti elaborati e stilizzati della spettacolare fotografia di Radek Ladczuk in cui persino la luce delle candele sembra stroboscopica e cinetica, le lussuose scenografie di Massimiliano Nocente e i costumi super trendy di Andrea Cavalletto.

ENEA

DRAMMATICO – ITALIA 2023 

Un film di Pietro Castellitto. Con Pietro Castellitto, Giorgio Quarzo Guarascio, Benedetta Porcaroli, Sergio Castellitto,  Chiara Noschese, Giorgio Montanini, Adamo Dionisi

 

 

 

 

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