Pubblicato il 6 Maggio 2022 | da Valerio Caprara
0Downtown Abbey II – Una nuova era (Gran Bretagna)/Settembre (Italia)
Sette anni dopo la sesta e ultima stagione –piangono ancora milioni di fan- la saga tv “Downton Abbey” prolunga il suo exploit sul grande schermo. Infatti al film di tre anni fa, impostato sui frenetici preparativi per la visita del Re e la Regina alla magnifica magione dei Crowley, segue adesso un secondo capitolo dedicato al duplice intrigo che coinvolge la più famosa (nella fiction) famiglia aristocratica inglese e la sua servitù. La trama è ambientata alla fine degli anni Venti e la prima, eclatante novità è costituita dalla buona novella portata a Lady Violet dal notaio di famiglia: l’ineffabile contessa, che ha ereditato a sorpresa dal marchese di Montmirail una sontuosa villa nel sud della Francia, pensa subito di girarne la proprietà alla nipote Sybbie. Mentre i congiunti cercano invano di convincerla a svelare il perché del munifico regalo, magari frutto di un passato imbarazzante, la vedova francese vuole impugnare il testamento facendo sì che i Crowley piombino in massa in Costa Azzurra decisi a fare rispettare la volontà del defunto. Scelta assai opportuna perché il cinema sta bussando alle porte di Downton Abbey, con un celebre regista pronto a girare in quell’ineguagliabile scenario il suo nuovo film muto… Si cambia, come si sarà capito, qualcosina nel ritmo e le locations affinché non cambi nulla nelle atmosfere, lo spirito, i dialoghi, la sottile vena di humour che il creatore e sceneggiatore della serie Julian Fellowes ha mantenuto così a lungo ad alto livello: come se si trattasse di un cappotto o una giacca fuori moda ma di ottima stoffa, il piacere sta nell’abitudine, nel comfort di ritrovare gli amatissimi personaggi/interpreti (a cominciare dall’indomabile Smith) e imbattersi nei nuovi arrivati d’oltremanica. Fin qui tutto bene, però dopo avere gustato la gradevolezza del sequel, ci si può anche accorgere che al film –al contrario di quanto succedeva nella serie- manca il tempo necessario per sviluppare in profondità le svariate sottotrame, le ellissi non sono il punto forte della nuova sceneggiatura e quasi tutte le sequenze sembrano scremate, asciugate e in fin dei conti impoverite facendo assumere ai personaggi una dimensione puramente riepilogativa (la senilità di Violet, la solitudine di Mary, le ambasce di Robert, il segreto di Cora, l’indecisione di Molesley ecc).
Fa piacere salutare –nel corso della stessa settimana della troppo lunga cerimonia dei David (bravi registi, alcuni buoni film, qualche bluff e un solo capolavoro)- due esordi italiani che confermano la ventata d’ottimismo che –se non sulle presenze in sala- sta soffiando sulle produzioni autoctone. In “Settembre” della Steigerwalt, sceneggiatrice di punta della Groenlandia Film nonché compagna del suo patròn Rovere, l’intimismo di un girotondo sentimentale tra persone comuni (dalle ragazze che hanno sbagliato matrimonio alla prostituta dell’est innamorata di un garzone sino al ginecologo alla ricerca di sé stesso interpretato da uno stropicciato Bentivoglio) alle prese con dubbi, scelte decisive o cambiamenti esistenziali traumatici trasmette in platea sensazioni di freschezza insieme démodé e up-to-date. Vagamente in sintonia con i primi film di Olmi, pulsa nel coro dei personaggi interpretati in tutta credibilità (in primis Ronchi e Thony) una voglia di vivere alternativa a quella pacchiana o nichilista così diffusa nella realtà e così cara ai cineasti “cattivisti” di maniera. Il ritmo scanzonato e gli scambi di battute garbati e sommessi, insomma, non cadono nella pretensione minimalista ma, al contrario, distillano piccole grandi verità senza bisogno di tirare la corda di velleitarie emozioni plateali.
DOWNTON ABBEY II – UNA NUOVA ERA
COMMEDIA – GRAN BRETAGNA/USA 2022 ***
Un film di Simon Curtis. Con Hugh Bonneville, Maggie Smith, Michelle Dockery, Laura Carmichael, Elizabeth McGovern, Joanne Froggart
SETTEMBRE
COMMEDIA/DRAMMATICO – ITALIA 2022 ***
Un film di Giulia Steigerwalt. Con Barbara Ronchi, Thony, Fabrizio Bentivoglio, Andrea Sartoretti, Tesa Litvan, Enrico Borello