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Pubblicato il 2 Gennaio 2022 | da Valerio Caprara

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DIABOLIK

DIABOLIK Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Dai fumetti allo schermo. L'inafferrabile e spietato Diabolik sfida la società dei politici corrotti e delle istituzioni asservite supportato dal connubio con la conturbante Eva Kant, ma braccato con lucida tenacia dall'ispettore Ginko.

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Il ladro mascherato sfida l’assalto degli sbirri e la sua tuta color pece sfrecciante sulla Jaguar ton-sur-ton incombe sull’immaginaria metropoli Clerville. Partenza “in medias res” che evoca un’architettura modernista e funzionale senza precise coordinate e identità geografiche e l’immerge nel riflesso ironico e allusivo di autentiche strade, piazze, alberghi, ristoranti, night di Milano, Trieste, Bologna, Courmayeur con tanto di Dente del gigante sullo sfondo e delle nebbiose atmosfere del giallo e il noir alla milanese da Scerbanenco a Pinketts.  Diventa così gradevole calarsi come in trance “verso la fine degli anni 60”: con “Diabolik” dei Manetti Bros, infatti, il fumetto più amato dagli italiani ritorna nella bolla romanzesca nata nel periodo di massima fortuna degli albi (ediz. Astorina) tratti dalle storie scritte dalle sorelle Giussani e poi riprese da Mario Gomboli e si rimodella in un noir rifinito, stilizzato, elegante ricco com’è di costumi, recitazioni, scenografie, fotografia (firmata dalla valente Amitrano), musiche (dei fratelli De Scalzi stavolta in stile 007, con contorno in testa e in coda della suggestiva canzone di Manuel Agnelli “La profondità degli abissi”)  anch’essi “mascherati” nel segno di una cinefilia ragionata e appassionata rivolta senza arroganza allo spettatore odierno che al genere cine-comic è ormai abituato ad associare solo clamori, mirabilie illusionistiche, ritmi survoltati e personaggi fantafuturibili e rodomonteschi.

Tale filologia estremamente meticolosa, strenuamente aderente all’originale, tecnicamente impeccabile e dunque per forza di cose un po’ algida, lenta, densa sino a rasentare la saturazione applicata già a partire dalla sceneggiatura firmata dai benemeriti e versatili fratelli con Michelangelo La Neve, si basa, poi, molto sulle motivazioni del cast in cui a un Marinelli un po’ spaesato nel ruolo del criminale trasformista si affiancano Mastandrea con la pipa in bocca intagliato nel legno come una scultura alpina in quello dell’ispettore Ginko e la Leone, luminosamente abbigliata da femme fatale pronta per romantico piacere ed erotico dovere al connubio con Diabolik allo scopo vintage d’impadronirsi di un prezioso diamante rosa.

 

DIABOLIK

NOIR – ITALIA 2020

Un film dei Manetti bros. Con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roia, Serena Rossi, Antonino Iuorio, Pier Giorgio Bellocchio

 

 

 

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