Recensioni

Pubblicato il 5 Settembre 2022 | da Valerio Caprara

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Crimes of the Future

Crimes of the Future Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: In uno scenario post apocalittico in cui gli emarginati si nutrono di plastica, un performer martirizza la propria anatomia per allestire spettacoli d’avanguardia con la collaborazione della partner. Mentre questi numeri di body art estrema mirano a mettere in scena il sesso fatto d’incisioni, scopie, escissioni e trapianti che ha sostituito quello tradizionale, la burocrazia del National Organ Registry indaga e un gruppuscolo di antagonisti cerca di sfruttare la fama della coppia.

2.5


La critica di pubblica sicurezza non c’interessa, però nel caso di “Crimes of the Future” bisogna dire che inizia con il soffocamento di un bambino per mano di sua madre. Una sequenza quasi insostenibile anche se il settantanovenne Cronenberg usufruisce di una zona franca per indiscutibili meriti artistici: del resto il Francis Bacon della regia (definibile così in quanto noto come il pittore irlandese per le sue immagini crude e inquietanti), inattivo dal 2014, non fa che rendervi teorici, sterilizzati, didattici i temi di capolavori come “Videodrome”, “Inseparabili” o “Crash” ricorrendo a una serie di autocitazioni sulle mutazioni del corpo umano, il perfezionamento delle protesi cibernetiche e l’avvento di una chirurgia adeguata alla proliferazione della “nuova carne” in cui i tatuaggi assumono la forma dell’organo interno e i tumori vengono prodotti volontariamente. Non è forse un complimento che in questo quadro la trama conti poco: in un decrepito e desolato scenario post apocalittico in cui gli emarginati si nutrono di plastica, il performer Tenser (Mortensen) che di notte vaga per le tenebrose strade del Pireo avvolto in un mantello da cavaliere Jedi, martirizza la propria anatomia per allestire spettacoli d’avanguardia con la collaborazione di una seducente e indecifrabile partner (Seydoux). Mentre questi numeri di body art estrema mirano soprattutto a mettere in scena il sesso fatto d’incisioni, scopie, escissioni e trapianti che ha ormai sostituito quello tradizionale (leccare un’orrida cicatrice può sembrare la replica di un cunnilingus), la burocrazia del National Organ Registry sospetta e indaga e un gruppuscolo di antagonisti cerca di trarre vantaggio dalla fama della coppia.

Ci ritroviamo dunque al cospetto di un film erotico senza eros, scosceso, irrespirabile, algido: più che un film, in effetti, un concetto, un teorema vagamente politico, un monito millenarista, un ultimo pensiero prima dell’inevitabile estinzione dell’umanità. Circola sempre, tra un verboso dialogo e l’altro, un senso di resa e di paura che non riesce peraltro a distillare un vero brivido emotivo. Certo alcune sequenze sono d’inconfondibile fascino autoriale, come quella in cui Mortensen e Seydoux, nudi uno nelle braccia dell’altro, “fanno l’amore” ovvero godono per le lacerazioni che le macchine munite di lame hanno appena operato sui rispettivi corpi. Cronenberg, del resto, ha sempre affermato di volere filmare “dalla parte della malattia” e in questo caso lo conferma immergendo lo spettatore in un habitat insieme familiare e misterico, i meandri invisibili del nostro corpo che un po’ ci spaventano o addirittura disgustano eppure ci costituiscono. Il pessimismo del narratore su questo mondo -secondo lui nient’affatto lontano- in cui si organizzano illegali concorsi di bellezza per organi interni e gli esseri umani non provano più dolore (fatto secondo lui negativo perché la sofferenza fisica funzionava un tempo come un sistema d’allarme pubblico e privato) prepara la strada al culto, appunto, criminale, dell’inumano: peccato, però, che il film sembra estratto da un deposito dismesso (non a caso discende da una sceneggiatura scritta vent’anni fa) e stimola, sì, la devozione dei cinefili, ma senza coinvolgere gli spettatori “vergini” ai quali, invece, sembrerà probabilmente un riassunto logorroico dei temi di decine di stranoti fantahorror apocalittici. Un modo paradossale perchè suggerito dal film stesso per trovare un equilibrio tra chi ne sarà deluso o annoiato e chi lo applaudirà a prescindere, sta nel non prenderlo troppo sul serio: il maestro canadese, infatti, vi fa abbondante uso di un sinistro humour (“Ho un nodulo sull’addome. Picasso? Duchamp?”) sconosciuto alla maggioranza dei suoi ferratissimi esegeti.

 

CRIMES OF THE FUTURE

FANTASCIENZA/HORROR – CANADA/GRAN BRETAGNA/GRECIA 2022      

Un film di David Cronenberg. Con Viggo Mortensen, Léa Seydoux, Kristen Stewart, Scott Speedman, Tanaya Beatty, Nadia Litz

 

 

 

 

 

 

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