Pubblicato il 23 Dicembre 2022 | da Valerio Caprara
0Chiara
Sommario: Rilettura, per così dire, antagonista della personalità e il percorso di Santa Chiara d'Assisi, dal taglio dei capelli del 1211 fino all’incontro con Papa Gregorio IX avvenuto nello stesso 1228 in cui canonizzò il più venerato conterraneo Francesco.
1.3
Se persino in vista delle feste il cinema cosiddetto medio insiste a proporre titoli minimalistici, sociologici o sociali, redentoristici con rimbrotto incorporato al popolaccio ritenuto scorretto e arretrato, i blockbuster alla “Avatar” resteranno soli a combattere per il perduto primato delle sale. Basta dare una scorsa, per esempio, all’offerta di questa settimana per rendersi conto che in quanto a trame e tematiche in copia fotostatica i cinepanettoni forse non erano altrettanto sfacciati. Sembra, in effetti, che sia diventato obbligatorio mettere in scena emigranti e rifugiati (in “Sì, chef!” infilati a viva forza persino nel dilagante filone gastronomico), la virilità passatista smantellata finanche nei cartoon per bambini (ne fa le spese il malcapitato “Gatto con gli stivali 2”), donne umiliate e offese (la mitografia di Sissi della radiosa Romy Schneider smontata dalla prosaica rilettura del “Corsetto dell’imperatrice” oppure, a scelta, la matricida senegalese con le sue ragioni nel dramma processuale “Saint Omer” e la santa gruppettara di “Chiara”). Per carità tutte cause buone e giuste, ma poi ci si dimentica di conferire profondità, originalità e stile allo tsunami espiatorio di questo maxi genere che una volta si definiva “impegnato”. Piccoli ma salvifici accorgimenti che fanno cilecca soprattutto nel film della Nicchiarelli dedicato alla storia dell’altra celebrity di Assisi, dal taglio dei capelli nell’anno 1211 all’incontro con Papa Gregorio IX nello stesso 1228 in cui canonizzò Francesco. La ricostruzione della personalità e il percorso della protagonista, fondatrice dell’ordine delle Clarisse e fiancheggiatrice del conterraneo Francesco (Carpenzano) e del suo Ordine dei frati minori, incarnata in modalità più catatoniche che mistiche dalla Mazzucco di “L’amica geniale”, poggia senz’altro su basi filologiche serie (cfr. la dedica alla medievalista Frugoni) ma la voglia matta di riportare il Duecento alle polemiche odierne, a una modernità da collettivo liceale rende impraticabile l’intento sia di cogliere la pregnanza storica degli eventi, sia di valorizzare la messinscena tra il realistico, lo ieratico e il sacrale come invece era riuscito in pieno nei classici affini di Rossellini, Cavani e Pasolini. Proprio questo programma iper premeditato, talvolta evidenziato dallo sguardo in macchina della diciottenne, raffredda e rende stranianti e imbarazzanti i balletti in stile comunità Figli dei Fiori o la canzone finale trendy del contemporaneo Cosmo, così come l’indignazione per la condizione femminile (“Stateve alla larga dalle femmine! Avete paura, siamo pericolose, statevene qua!”) non si confronta adeguatamente con le ragioni e i valori delle contese dottrinali della Chiesa e si limita a deprecare da un punto di vista contraddittoriamente connotato come eroico e impavido le sopraffazioni machiste; circostanza che, considerando l’epoca in cui il film è ambientato, non funziona certo come fattore di scoperta o di sorpresa. Per il buon peso non mancano gli ammiccamenti a buon mercato a un Patrono d’Italia malconcio e pusillanime (!) e a un Pontefice (Lo Cascio) convinto a riconoscere l’ordine di Chiara e le sue sorelle basato sul “riconoscimento dell’altissima povertà” grazie a un ghiotto banchetto a base di pollo cucinato dalle suore. Né riscatta le tonalità di un anticlimax, piatto e volutamente privo di qualsiasi emozione di fede, miracolo o mistero il ricorso a un linguaggio misto di latino, italiano volgare e dialetto burino che per colpa della plateale forzatura finisce per suscitare involontaria ilarità come se si trattasse di un omaggio a quello assegnato dalla storia del cinema al prode Brancaleone.
CHIARA
DRAMMATICO/BIOGRAFICO – ITALIA/BELGIO 2022
Un film di Susanna Nicchiarelli. Con Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana Cruciani, Paolo Briguglia, Luigi Lo Cascio