Recensioni no image

Pubblicato il 20 Febbraio 2010 | da Valerio Caprara

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A Single Man

Spiace dirlo, ma se «A Single Man» avesse sciorinato gli stessi frammenti di un discorso amoroso in chiave etero, la critica lo avrebbe massacrato. Invece attorno all’opera prima del texano Tom Ford, stilista bello, ricco e famoso che si regala anche il capriccio del cinema, si è creato un alone apologetico sfociato nella Coppa Volpi maldestramente assegnata a Venezia al protagonista Colin Firth. La ragione sta, purtroppo, proprio nella melensaggine e l’affettazione alquanto ricattatorie con le quali il leitmotiv gay inonda ogni minimo dettaglio del melò tratto dal romanzo omonimo di Christopher Isherwood: fingendo d’investigare sul dolore cieco generato da una perdita e i dati universali di una crisi di mezza età, Ford tratta il «male di vivere» dell’inglese George Falconer docente nel ’62 all’università di Los Angeles solo come un mezzo per potere firmare una sorta di maxispot dai colori, luoghi, situazioni, volti, look, dialoghi leccati sino all’inverosimile.

Disperato per la morte del compagno e appena toccato dall’esterno clima di panico (gli Usa stanno vivendo l’acme della crisi dei missili sovietici impiantati a Cuba), il professore cerca conforto nell’incontro con una fascinosa tardona anch’essa alle prese con la depressione e nella relazione con uno studente che non vede l’ora d’accettare la propria omosessualità. Tanto poeticismo glamour, corredato da flou tremolanti, baci in formato cartolina, bagni nudi nell’oceano e pesanti strati di belletto che penalizzano persino i primi piani dello spaesato Firth, non riesce a coprire la vacuità di fondo.

A SINGLE MAN

REGIA: TOM FORD

CON: COLIN FIRTH, JULIANNE MOORE, METTHEW GOODE, NICHOLAS HOULT

SENTIMENTALE – USA 2009

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