Recensioni

Pubblicato il 18 Luglio 2025 | da Valerio Caprara

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Albatross

Albatross Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario:

2.5


È un buon film “Albatross”, che conferma la versatilità di Giulio Base, attore, regista e direttore del festival di Torino animato da una passione cinefila incontenibile ma soprattutto libera e indipendente. In questo caso nel doppio ruolo di regista e sceneggiatore affronta un tema molto delicato prestando inevitabilmente il fianco a reazioni  e/o interpretazioni strumentali, ma la vicenda umana che mette in scena con il piglio del classico cinema civile all’italiana è talmente forte, misconosciuta o peggio occultata da farlo volare alto sulle polemicuzze di bottega. Il protagonista del biopic d’azione è, infatti, Almerigo Grilz, il videoreporter ucciso ad appena 34 anni nel corso di una sparatoria tra ribelli e governativi nel maggio del 1987 in Mozambico su cui, persino nella sua amata Trieste, è calata la famigerata “damnatio memoriae” a causa della pregressa e accanita militanza nel Fronte della Gioventù e il Msi. Sta di fatto che grazie alla ricostruzione scevra da pregiudizi e aperta ai dubbi allestita dall’onestà intellettuale di Base, il film può servire anche a mettere in scomoda evidenza gli storici legami che -come dimostrano le sparate dei leoni da talk show che oggi imperversano nei social e in tv- intercorrono tra gli opposti estremismi alimentati da altisonanti quanto ambigui ideali che non sai se definire guevaristi o dannunziani.

S’inizia non a caso col personaggio di finzione Ferrari, interpretato come sempre alla grande da Giannini e forse adombrante il popolare Toni Capuozzo, che torna da anziano e carismatico giornalista di sinistra nella città natale dove ci si accapiglia sulla proposta di dedicare una targa all’ostracizzato concittadino giramondo. Partono, così, i flashback che ci riportano ai primi anni Ottanta, quando anche a Trieste rossi e neri se le danno di santa ragione e il ventenne Grilz (Centorame) decide di fondare con i coetanei Biloslavo e Micalessin una piccola agenzia battezzata, appunto, “Albatross” come il titolo della sublime poesia di Baudelaire, i cui reportage saranno acquistati in futuro dalle migliori testate giornalistiche mondiali. Mentre l’ingrediente un po’ melenso (ancorché assolutamente veritiero), frammezzato alle spericolate missioni “al servizio dell’informazione, non della politica” di Grilz e della sua microcamera tra il fischiare delle pallottole, i bivacchi notturni e le marce fangose dei conflitti ignorati in Medio Oriente, Asia e Africa, è costituito dalla sacrilega amicizia creatasi tra il camerata e il compagno e complicata dall’amore per la medesima “mula”…

Ci si accorge che la confezione non è grandiosa come nei film affini a grande budget e qualche corteo politico e qualche scontro guerrigliero appaiono miserelli, però il ritmo scorre, gli attori reggono le parti, non c’è spazio per le abituali didascalie politicamente corrette e, anzi, annullando i sospetti di vicinanza ideologica al controverso Almerigo, l’unico discorso esplicito è concesso al giornalista antifascista (interpretato dallo stesso Base) strenuamente ostile alle istanze di pacificazione perorate da Ferrari.

 

ALBATROSS

BIOGRAFICO-DRAMMATICO – ITALIA 2025

Un film di Giulio Base. Con: Francesco Centorame, Giancarlo Giannini, Michele Favaro, Linda Pani, Tommaso Santini, Luca Predonzani

 

 

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