Pubblicato il 3 Marzo 2023 | da Valerio Caprara
0THE WHALE
Sommario: Un relitto umano sfatto, flaccido, strisciante tra divani e poltrone. Nella perenne penombra della sua casa/caverna, il professor Charlie impartisce corsi di scrittura online a telecamera (giocoforza) spenta. Recluso volontario, nessuno deve vederlo: i suoi 266 chili disgustano prima di tutto sé stesso, ma l’autodistruzione procede implacabile nonostante qualche barlume di condivisione umana.
2.3
Un cetaceo umano sfatto, flaccido, strisciante tra divani e poltrone. Nella perenne penombra di una casa/caverna la voce del professor Charlie impartisce corsi di scrittura online a telecamera (giocoforza) spenta. Recluso volontario, nessuno deve vederlo: i suoi 266 chili disgustano prima di tutto sé stesso, ma l’autodistruzione procede implacabile tra cartoni, barattoli, stoviglie sporche e altri residui dei suoi incessanti ingozzamenti di cibo spazzatura. Accolto con inconsulto favore alla Mostra di Venezia, “The Whale” sembra la carta d’identità del newyorkese Aronofsky esponente di un cinema che si vorrebbe crudo, disturbante, metamorfico alla maniera di Cronenberg e invece si rivela spesso un mix di morbosità e grottesco in formato oversize. Notevole, certo, la performance di Brendan Fraser che peraltro non ha seguito l’esempio dei De Niro e i Rourke pronti a deformarsi le fattezze per entrare appieno nella parte, bensì s’è affidato a un pervasivo trucco prostetico in grado di trasformare il devastato obeso in un essere mostruoso e repulsivo da accostare –come esplicita appunto il titolo (“la balena”)- a Moby Dick e a tutto il carico di metafore che il capolavoro di Melville si trascina puntualmente appresso. Per gli spettatori che vagamente s’interessano alla carriera dell’attore canadese, già protagonista del blockbuster “La mummia” e poi caduto un po’ in disgrazia, la prima connessione è presto fatta: dopo la caduta, grazie a questa sitcom claustrofobica d’autore, non poteva mancare il riscatto dei massimi riconoscimenti che, in effetti, da Venezia agli Oscar lo hanno incluso o lo includeranno tra i favoriti. Ma Aronofsky ha ben altre mire, vuole mettere il dito nella piaga dell’isolamento e il discrimine sociale riservati ai freak e ai fragili e lo fa con il taglio che gli è più congeniale, quello del patetismo, il sensazionalismo, la retorica e il cinismo studiati a tavolino senza un briciolo di autentica pietas: non a caso immette nei giorni perduti di Charlie –rimodellando alla sua maniera i temi della pièce teatrale da cui la sceneggiatura è tratta- solo personaggi in missione didascalica come l’infermiera buona samaritana, la figlia adolescente arrabbiata e interessata, il ragazzetto delle pizze che lo intenerisce nel ricordo dell’amante morto suicida e l’immancabile missionario New Life dispensatore di frottole consolatorie sulla salvezza eterna.
THE WHALE
DRAMMATICO – USA 2022
Un film di Darren Aronofsky. Con Brendan Fraser, Sadie Sink, Hong Chau, Ty Simpkins, Samantha Morton, Sathya Sridharan