Pubblicato il 7 Luglio 2022 | da Valerio Caprara
0LA DOPPIA VITA DI MADELEINE COLLINS
I depistaggi, a cominciare dalla sequenza iniziale, sono numerosi e rilevanti e ne potrebbero derivare motivi di fastidio o di sconcerto. Però “La doppia vita di Madeleine Collins”, terzo lungometraggio del francese Barraud, dispone con abilità ed eleganza una serie di tracce sfuggenti e indizi ambigui lasciando agli spettatori il compito di trasformarli nei tasselli di un puzzle ricomponibile nel finale con una coerenza accettabile. Si capisce subito, peraltro, l’omaggio -come indicano due dei tre nomi attribuiti alla protagonista (Judith e Madeleine)- rivolto al superclassico “La donna che visse due volte” anche perché l’attrice Virginie Efira avvalora il confronto entrando, nonostante le fattezze più rotondeggianti, in discreta sintonia con l’algido carisma dell’hitchcockiana Kim Novak. Judith, infatti, è una traduttrice poliglotta che in Francia è la moglie di un direttore d’orchestra e la madre di due ragazzi con i quali condivide il tenore di vita di un’agiata e mondana borghesia intellettuale. In Svizzera – dove si reca ogni settimana per millantati impegni di lavoro- è invece Margot, consorte del camionista Abdel nonché madre amorevole della piccola Ninon con i quali condivide una quotidianità anonima e dimessa. L’aspetto più spiazzante della protagonista sta ovviamente nel minuzioso, spasmodico controllo mantenuto sullo sdoppiamento, a cominciare dalle diverse caratteristiche fisiche e le variazioni dei rispettivi look: trend che però dura sino al momento in cui lo stressante equilibrio inizia a vacillare sotto il peso delle menzogne sino a instillarle l’imprevisto quanto devastante dubbio sulla propria reale identità; mentre lo spunto più acuminato della trama, abolendo le banali spiegazioni di adulterio o bigamia, rivela i contorni di un “disordine” alla cui fonte il film ci porterà progressivamente. Il prismatico thriller dà in ogni caso il meglio di sé nella prima parte quando, cioè, la simulatrice bionda gioca di fino con le microespressioni toccando il diapason del pathos di non potere rinunciare all’ubiquità fisica e psicologica; poi diventa più convenzionale, il vortice segreto s’attenua e infine si normalizza pervenendo nei paraggi del vago teorema femminista di una donna non rassegnata ad alcun ruolo (moglie, madre, casalinga o carrierista) e pertanto decisa a non conformarsi a nessuna delle identità socialmente corrette.
LA DOPPIA VITA DI MADELEINE COLLINS
THRILLER – FRANCIA/BELGIO/SVIZZERA 2021 ***
Un film di Antoine Barraud. Con Virginie Efira, Quim Gutiérrez, Bruno Salomone, Jacqueline Bisset, Francois Rostain, Loise Benguerel