Recensioni

Pubblicato il 28 Giugno 2021 | da Valerio Caprara

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La felicità degli altri

La felicità degli altri Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Amici piccoloborghesi sconvolti dall'imprevisto e enorme successo che tocca al romanzo inopinatamente pubblicato dalla più scialba e umile della compagnia. Invidia, competitività e patetiche emulazioni si scateneranno persino nelle persone a lei più care.

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Si sa che solo i cineasti d’oltralpe, a dispetto di qualsiasi situazione contingente, hanno il coraggio e il gusto di avventurarsi in commedie maliziose, aggiornate, provocatorie e intelligenti. Nell’attuale panorama di grande difficoltà commerciale –i film ci sono, riescono a uscire nelle sale con una certa regolarità, ma il pubblico è ancora impaurito e diffidente- bisogna dunque segnalare con piacere “La felicità degli altri” (“Le bonheur des uns…”) che rappresenta bene questo filone a cui in Italia non siamo assai portati. Lo spunto che Daniel Cohen eredita dalla propria commedia “L’ile flottante” è, infatti, sicuramente stimolante perché mette al centro del suo impianto prettamente teatrale un sentimento di cui non si parla volentieri, ma che alligna come un fungo malefico in tutte le classi sociali e soprattutto in quella medio-piccoloborghese: il livore che si sprigiona in seguito all’inatteso successo di un amico. La botta di fortuna o di talento, insomma, che tramuta in vip una persona qualunque denuda, secondo l’autore e secondo numerosi riscontri psicoanalitici, tutta la meschinità e l’invidia annidate in fondo all’animo di chi l’ha finora ritenuta alla propria (spesso mediocre) altezza. Nel caso di “La felicità degli altri”, con riferimento nel titolo originale al proverbio “la felicità di alcuni è la sfortuna di altri” (quasi il ricalco di quell’altro bieco motto caro ai camionisti che recita: “la mia forza è la vostra invidia”) a infrangersi clamorosamente è l’amicizia tra due coppie nel momento in cui la commessa in un centro commerciale Lèa, la più umile e anonima del quartetto, scrive un romanzo destinato a diventare in breve un acclamato bestseller. Peccato che il paradosso così ben individuato e snidato dell’ascesa alla celebrità che demolisce tutto ciò che costituisce il mondo della protagonista (il marito in prima fila, seguito a ruota dagli amici che s’industriano comicamente a cercare d’imitarla e superarla in vari campi artistici) perda progressivamente la carica e non preveda guizzi d’invenzione narrativa: ci si ritrova, in effetti, alle prese con un cinema parlato, di battute, di schermaglie e sfumature che, però, nel surplace dei fatti finisce per ripetersi, isterilirsi e andare a finire in un imbuto drammaturgico senza uscite di sicurezza sufficienti. Troppo presto, insomma, anche l’amarezza e il nichilismo che trapelano in una visione di assoluta sfiducia nei comportamenti del prossimo allentano la presa e si limitano a certificare un vago monito sulle pratiche cosiddette social che evidenziano sempre più platealmente un bisogno distorto di consenso e rinomanza.

 

LA FELICITÀ DEGLI ALTRI

COMMEDIA – FRANCIA 2020     

Regia di Daniel Cohen. Con Bérénice Bejo, Vincent Cassel, Francois Damiens, Florence Foresti, Daniel Cohen, Constance Labbè

 

 

 

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