Pubblicato il 11 Aprile 2021 | da Valerio Caprara
0Serie TV: Leonardo/La fuggitiva
Se la cantano e se la suonano. Dati d’ascolto come oceani in piena. Lodi come pioggia tropicale. Protagonisti eletti a campioni di fascino e bravura: così tramandano i media a proposito delle serie altrimenti dette fiction (versioni in ghingheri dei vetusti sceneggiati) che si susseguono sui massimi canali della tv generalista. Naturalmente non c’è bisogno di travestirsi da cinefili per capire come il fenomeno discenda dal prosciugamento del ruolo sociale delle sale: la produzione d’intrattenimento che che negli anni 50 e 60 trionfava al botteghino (con esiti peraltro sorprendenti anche sul piano della qualità) si è trapiantata interamente negli schermi del salotto casalingo. A quel tempo per attirare le masse bastava affiggere per strada i manifesti, adesso c’è bisogno delle overdosi di autodoping, ma il discorso non può rimanere neutro o compiacente. Quando le fiction sono mal scritte e recitate alla buona; quando sono funestate dall’intento edificante; quando fanno ascolti solo perché la gente è tappata in casa e le visioni diventano l’unico modo di sfuggire ai bollettini sanitari; quando s‘evidenzia l’impietoso confronto con le serie presentate dai colossi stranieri delle piattaforme streaming non c’è dubbio che bisogna dirlo chiaro e tondo per rispetto degli utenti.
Prendiamo per esempio “Leonardo”, il kolossal girato originariamente in inglese prodotto da Lux Vide e Sony Pictures Television che nelle tre serate e sei episodi (in totale saranno quattro e otto) finora andati in onda su RaiUno ha sbancato l’audience: se resta lodevole la scelta di celebrare il cinquecentesimo anniversario della morte dell’artista rinascimentale ritenuto il più geniale e visionario della storia, il risultato ci sembra francamente insincero, insapore, goffo e fuorviante. E’ comprensibile, certo, che l’impalcatura narrativa allestita da Frank Spotniz e Steve Thompson, già showrunner dell’analogo ma meglio riuscito “I Medici”, sia stata eretta senza curarsi degli scarsissimi dati disponibili sulla vita e l’opera del maestro, però la grossolana manipolazione degli stessi e le forzature nel segno ormai ossessivo del politicamente corretto rendono ingannevole la percezione di “Leonardo” come di un’innocua incursione nel reparto delle biografie romanzate. Nel contesto di ambientazioni non all’altezza del budget ricostruite a colpi di computergrafica sul set di Formello, il leitmotiv della casta amicizia tra la proto femminista Caterina (la De Angelis, brava ma già sotto minaccia d’inflazione) e il Leonardo (Turner) omosex spuntato più che dalla corte milanese di Ludovico il Moro da un torneo televisivo alla De Filippi rischia, infatti, di fare scendere l’operazione a un livello imbarazzante. Le indagini, per dirne una, del giovane investigatore incaricato di risolvere il misterioso omicidio dell’ex modella, finiscono con il convocare in una sorta di seduta spiritica Montalbano, Ricciardi, Lobosco & compagnia bella dando l’impressione di divulgare gradevoli cocktail di cronaca e cultura, ma in realtà limitandosi a scansare il pericolo- come ha candidamente dichiarato la De Angelis- di procurare ai telespettatori una “rottura di palle”.
A questo punto fanno migliore figura le puntate di “La fuggitiva” che stanno anch’esse andando in onda su Raiuno: tagliate su un format ad alto tasso di spettacolarità e suspense, le avventure della trentottenne protagonista Arianna costretta a un’interminabile e angosciosa fuga come l’indimenticato Harrison Ford nel thriller “Il fuggitivo” a sua volta tratto dalla serie Tv “Il fuggiasco” cercano almeno di schivare le forche caudine dello standard nazional popolare e di collegarsi ai risultati meno stereotipati del saturo ramo del thriller oggi denominato “crime”. In questo caso la mano del regista Carlo Carlei, che non sembrò a suo agio dirigendo la prima serie di “I bastardi di Pizzofalcone”, funziona più della sceneggiatura: se, infatti, quest’ultima (cinque-firme-cinque) risulta un po’ troppo farcita e derivativa, il ritmo e il taglio delle riprese, la maniera di rifinire fisico e psicologia dei personaggi anche minori e l’integrazione tra musiche, fotografia, costumi e soprattutto scenografia (davvero notevoli molti degli spazi privati e pubblici in cui esplodono gli eventi e meno casuale del solito il vorticoso spostamento dei set tra Roma, il Piemonte e la Valle d’Aosta) pompano adrenalina “nobile” non solo nei momenti clou. In quanto al cast secondo noi non convince, nonostante le sue doti di grazia e misura, la Puccini in un ruolo non privo d’acrobatica violenza ispirato al mitico prototipo di “Nikita”, mentre –accanto ai sempre affidabilissimi Romano, Franek e Gerardi- buca lo schermo la sbirra Pina Turco che le dà la caccia confermandosi un’attrice che affronta ogni passaggio non solo con la notevole presenza, ma anche progredendo nella tecnica.
LEONARDO
SERIE TV – ITALIA/GRAN BRETAGNA/IRLANDA/SPAGNA/USA 2021
Regia di Dan Percival, Alexis Sweet. Con Aidan Turner, Matilda De Angelis, James D’Arcy, Alessandro Sperduti, Giancarlo Giannini, Freddie Highmore
LA FUGGITIVA
SERIE TV – ITALIA 2021
Regia di Carlo Carlei. Con Vittoria Puccini, Pina Turco, Eugenio Mastrandrea, Sergio Romano, Ivan Franek, Antonio Gerardi