Pubblicato il 16 Aprile 2019 | da Valerio Caprara
0Oro verde – C’era una volta in Colombia
Sommario: Un'ancestrale comunità di indigeni che sopravvivono nelle propaggini desertiche della Colombia viene disarticolata, inquinata e corrotta dalle sordide lusinghe del mondo criminale e l'effimero benessere procurato dai traffici della droga.
3.3
“Oro verde” sembra prodotto dall’ibridazione tra il realismo magico letterario alla Garcia Marquez e il gangster movie modello “Il Padrino” con un occhio a Leone e un altro alle fiction sui Narcos. L’ambiziosa coppia dei registi costruisce, in effetti, una ballata in cinque capitoli sulla tragica deriva degli indigeni colombiani Wayuu, che tra la fine degli anni 60 a quella degli 80 hanno un po’ subito e un po’ favorito la trasformazione della propria comunità rurale con le sue tradizioni ancestrali e i suoi riti sciamanici in una disgregata e corrotta propaggine della criminalità nordamericana. Il passaggio dalla dimensione etnico-antropologica a quella del thrilling sanguinario viene elaborato col taglio di un affresco epico spalmato sulla sconfinata tela dei paesaggi che ha l’unico torto di esagerare con il terzomondismo vittimista quando si tratta di suggellare la maestosità dello spettacolo con la ceralacca del messaggio.
ORO VERDE – C’ERA UNA VOLTA IN COLOMBIA
DRAMMATICO, COLOMBIA/DANIMARCA 2018
Regia di Cristina Gallego e Ciro Guerra. Con: José Acosta, Natalia Reyes, John Narvaez, Carmina Martinez