Pubblicato il 17 Dicembre 2017 | da Valerio Caprara
0Due sotto il burqa
Sommario: Francia (multietnica), oggi. Gli innamorati Leila e Armand, entrambi di origini iraniane ma di vedute e abitudini moderne e laicizzate, si scoprono minacciati dai grotteschi diktat del fratello di lei, tornato indottrinato dallo Yemen. Armand è dunque costretto a ricorrere a un buffo stratagemma per aggirare il fanatismo del neomilitante islamista.
3.3
Sarebbe un vero peccato perdere “Due sotto il burqa”, un film che non viaggia con i riflettori accesi ma, una volta tanto, è in grado di divertire alla grande assestando un durissimo colpo alle talvolta, ahinoi, blandite anche in Occidente suggestioni dell’estremismo islamico. Girata senza complessi dall’intrepida iraniana naturalizzata francese Sou Abadi, questa pochade in grado di padroneggiare quasi col metronomo battute e ritmi s’iscrive nel classico filone comico del camuffamento amoroso e conferisce alle recitazioni una scioltezza mai succube dei versanti necessariamente più farseschi: Leila e Armand, felicemente innamorati a Parigi, si ritrovano, infatti, alle prese col fratello della ragazza reduce dallo Yemen dove i tagliagole gli hanno fatto il lavaggio del cervello. Per potere continuare ad amoreggiare con la fidanzata, Armand si decide pertanto a presentarsi a casa sua indossando il niqab, la palandrana che lascia scoperti solo gli occhi delle donne ligie all’integralismo. Ed il bello e l’importante è che il grottesco promanato dalle reazioni del cerbero, oltre a essere inconfutabile, vale più di una biblioteca di pamphlet.
DUE SOTTO IL BURQA
Regia: Sou Abadi
Con: Camélia Jordana, Félix Moati, William Lebghil
Genere: commedia. Francia 2017