Pubblicato il 27 Ottobre 2017 | da Valerio Caprara
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Sommario: Pagliaccio ghignante e assassino perseguita l'infanzia e l'adolescenza dei vispi ragazzini di una cittadina americana di provincia.
2.2
Alleluja, il pubblico accorre in massa e non è il caso di fare gli schizzinosi sulle qualità, come dire, umorali e comportamentali di una bella fetta dei paganti. In fondo “It” del regista italo-argentino Muschietti, tratto dal bestseller di Stephen Kig da cui 27 anni orsono fu già tratta una miniserie tv di culto, non è solo il clown votato all’uccisione e il rapimento degli adolescenti di una simbolica cittadina americana di provincia, ma anche il divo vincente del momento visto che i soldati di “Dunkirk” e i replicanti di “Blade Runner 2049” non si sono accaparrati un posto stabile nell’immaginario collettivo nazionale.
Inutile esibirsi in acrobazie esegetiche, sappiamo tutti o quasi che Pennywise (Skarsgard) e i suoi funesti palloncini rossi non vanno presi alla lettera, bensì subiti, scacciati o persino masochisticamente amati come metafore del terrore di crescere, della percezione dell’irrazionale, dei malesseri del corpo e della mente in formazione indagati dallo stesso King nel magistrale racconto “The Body” e dal capolavoro “Stand by Me – Ricordo di un’estate” che lo traspose sullo schermo nell’86.
Qualifiche che non si possono peraltro attribuire alla nuova miscela furbastra, edulcorata quanto basta per non escludere apriori gli spettatori refrattari, imbottita di stereotipi narrativi che nella fluviale bibliografia dello scrittore ci sono senz’altro, ma in funzione riempitiva o comunque defilata. Pur comprendendo bene, infatti, come la fortunata operazione cerchi il collegamento sbrigativo ma redditizio con i ventenni teledipendenti della serie Netflix “Stranger Things”, la patina neutra del blockbuster stesa a piene mani sulle ambientazioni e le situazioni contribuisce a rendere il film piatto, prevedibile, banale e soprattutto pauroso al minimo sindacale. In definitiva c’è da rallegrarsi per il fenomeno salutare dell’horror sdoganato, non fosse altro che in omaggio alla perduta tradizione made in Italy degli Argento, Fulci e Bava, ma non è proprio il caso d’istituire un confronto con la riedizione di “Shining” che proprio il prossimo martedì di Halloween tornerà a sogghignare nelle sale nella versione da 119 minuti con le scene tagliate e rimontate dallo stesso Kubrick.
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Regia: Andy Muschietti
Con: Bill Skarsgard, Finn Wolfhard, Sophia Lillis, Jaeden Lieberher
Genere: horror. Usa/Canada 2017