Recensioni

Pubblicato il 9 Giugno 2017 | da Valerio Caprara

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Un appuntamento per la sposa

Un appuntamento per la sposa Valerio Caprara
soggetto e sceneggiatura
regia
interpretazioni
emozioni

Sommario: Promessa sposa israeliana viene lasciata dal fidanzato a pochi giorni dalle nozze. Sicura con molesta testardaggine e altrettanta fede in Dio di trovare un subentrante, decide di confermare la cerimonia e non interrompere gli avviatissimi preparativi.

2.3


In fondo coerente ancorché insolita, la scelta della regista israeliana ma newyorkese di nascita Rama Burshtein di tornare a occuparsi di matrimonio nell’ambito delle tradizioni care alla comunità ebrea chassidica di Gerusalemme. Mentre, però, con “La sposa promessa” (“Fill the Void”) molto apprezzato quattro anni fa polemizzava da femminista doc contro leggi retrograde e rituali soffocanti, in “Un appuntamento con la sposa” (“Through the Wall”) ha scelto di ribaltare il gioco e di muoversi tra tonalità svarianti o comunque più leggere tra cui predomina quella romantico-brillante all’hollywoodiana. Nella trama dell’opera seconda, infatti, non s’intendono alzare le barricate contro le inveterate prepotenze maschiliste, bensì s’inseguono con sentimenti misti d’ironia e ammirazione le peripezie della trentaduenne Michal, abbandonata per repentino deficit d’amore dal promesso sposo un mese prima delle nozze. La protagonista, interpretata come commedia classica comanda da Noa Koller (già mattatrice di “La sposa promessa”), benché devastata non intende rassegnarsi e, affidandosi a un’esorbitante presunzione nonché all’inevitabile aiuto di un Dio ritenuto lungimirante e giusto, procede a tutta birra con i preparativi in stato avanzato sempre più convinta che nei ventidue giorni restanti prima della fatidica data “qualcuno si presenterà a tagliare la torta”.

Alcuni recensori hanno stigmatizzato il leitmotiv nascosto che sarebbe il più trito dei cliché ovvero quello della single disposta a tutto pur di uscire dalla condizione di “zitella”, ma adottando un punto di vista meno cipiglioso si può anche pensare al desiderio di un amore completo e totalizzante che –somma trasgressione per gli odierni bacchettoni all’incontrario- solo il matrimonio sarebbe in grado di elargire. Superato inoltre il fastidio di un’innegabile affinità con il (pessimo) modello Bridget Jones, le peripezie di Michal alle prese con cantanti da cerimonia angelicati, organizzatori di matrimoni che ricordano quelli delle nostrane tv trash e un lotto imbarazzante di subentrati pretendenti alla sua mano fanno, infatti, quantomeno emergere la capacità di fare interagire tra loro i personaggi in maniera intelligente e l’apporto di dialoghi molto ben sintonizzati sulla verosimiglianza quotidiana. Peccato che l’anticonformismo con cui è tratteggiato il carattere di Michal -una testardaggine molesta che rischia a ogni fotogramma di renderla agli occhi dello spettatore una piantagrane mezza matta- finisca per danneggiare il delicato equilibrio tra riflessione ed evasione e di fare svaporare al momento del the end tutti i punti di veristico pathos faticosamente strappati alla routine farsesca.

UN APPUNTAMENTO PER LA SPOSA

Regia: Rama Burshtein

Con: Noa Koller, Dafi Alferon, Oded Leopold

Commedia. Israele 2016

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