Pubblicato il 19 Marzo 2017 | da Valerio Caprara
0Kong: Skull Island
Sommario:
1
“Kong: Skull Island” cerca con sprezzo del pericolo di distinguersi sia dai classici con lo scimmione più famoso della storia del cinema, sia dalla ridondante rivisitazione di Peter Jackson di dodici anni orsono. Il filo rosso che tiene insieme la sceneggiatura è, infatti, la trovata di ambientare il film nel 1973 pretendendo di confezionare a scapito dell’abbicì del mito una sorta di pamphlet pacifista irrorato da dosi abnormi di ecologismo terra terra.
All’uopo l’ambizioso regista Vogt-Roberts sguinzaglia la classica accozzaglia d’avventurieri nel territorio inesplorato di una misteriosa isola a forma di teschio (che fantasia) sperduta nel Pacifico: come da copione ne fanno parte l’infallibile cacciatore, la fotografa naturalistica e soprattutto l’immancabile reduce dal Vietnam animato da un’irrefrenabile libidine guerrafondaia. La bestia dovrà quindi accontentarsi d’incarnare un alter ego mostruoso del Nemico, quello che secondo la vulgata l’Occidente s’inventerebbe puntualmente per mascherare l’inesausta sete di dominio. Per dopare la metafora che magari sembrerà arronzata persino a un guerrigliero di Al-Qa’ida, il film ricorre all’espediente d’infarcire la colonna sonora di adrenalinici brani rock, senza dare l’idea di ricordare che il Coppola di “Apocalypse Now” lo aveva fatto oltre trentacinque anni prima. Kong, però, è in grande forma ed esibisce oltre alla baldanza una gamma d’espressioni molto più umane di quelle degli attori in carne e ossa che invece sembrano far parte degli effetti realizzati in computergrafica.
KONG: SKULL ISLAND
Regia: Jordan Vogt-Roberts
Con: Tom Hiddleston, Brie Larson, Samuel L. Jackson
Fantasy. Usa 2017