Pubblicato il 9 Dicembre 2016 | da Valerio Caprara
2E’ solo la fine del mondo
Sommario: Giovane scrittore in procinto di morire per Aids ritorna nel nido di vipere domestico, mettendo in moto un caotico, inarrestabile crescendo di accuse, recriminazioni, confessioni e isterici esibizionismi.
1.5
Che bello, ancora si può litigare per un film. Anche gli spettatori più anestetizzati possono risvegliare gli antichi furori scegliendo (magari non proprio per un sabato sera) “E’ solo la fine del mondo”. L’enfant prodige del cinema canadese Xavier Dolan, puntualmente premiato dalla giuria del festival di Cannes e in gara per il miglior film straniero ai prossimi Oscar, si esibisce da par suo nella cronaca urlata ed esasperata del ritorno in seno alla sua disfunzionale famiglia del giovane scrittore Louis pronto ad annunciare la propria imminente morte per Aids.
Le reazioni sono, in effetti, diverse e inconciliabili, ma in compenso i dialoghi lunghi e verbosi fanno sì che il crescendo di follia e cannibalismo sentimentale provochi frustranti perplessità nello spettatore non adepto nonostante la vocazione bergmaniana del regista e la prestigiosa caratura degli interpreti. La datata teatralità dell’insieme e l’overdose di grida strazianti e collassi isterici traducono, certo, a squisiti scopi artistici le ossessioni disperatamente disturbanti del regista; ma non sarebbe male che i Dolan-dipendenti spiegassero perché s’industrino a esaltare il film ricorrendo ad aggettivi controproducenti (“asfissiante”, “assordante”, “sgradevole”, “grottesco”).
E’ SOLO LA FINE DEL MONDO
Regia: Xavier Dolan
Con: Gaspard Ulliel, Nathalie Baye, Vincent Cassel
Drammatico – Canada/Francia 2016