Pubblicato il 19 Settembre 2016 | da Valerio Caprara
0Questi giorni
Sommario: Quattro ragazze di provincia partono per Belgrado, dove la più musona del gruppo è stata assunta come cameriera. Le piccole avventure e le effimere felicità del viaggio verranno presto cancellate dalle amare sorprese del destino.
1.5
Piccole donne (non) crescono. Reduce da un poco confortante passaggio alla Mostra di Venezia, peraltro severa quasi solo nei confronti dei film di casa, “Questi giorni” non è certo un film pretenzioso o furbastro, ma casomai troppo esile per potersi fare largo tra i marosi del mercato. Giuseppe Piccioni vanta un curriculum di rispetto (“Luce dei miei occhi” fece addirittura vincere in simultanea la Coppa Volpi agli attori Lo Cascio e Ceccarelli), anche se la sua comprovata abilità nel sondare i chiaroscuri di personaggi contemporanei sempre amati anche quando non lo meriterebbero appare spesso impigliata in uno scenario di smarrimento esistenziale privo di spina dorsale drammaturgica. Non è un caso, in questo senso, che secondo noi il recente “Il rosso e il blu” sia sfuggito a questa fragilità proprio perché in grado di mescolare con maggiore decisione il sarcasmo con la tenerezza del ripiegamento poetico. Stavolta, prendendo spunto dal romanzo “Color betulla giovane” di Marta Bertini, il cineasta ascolano insegue i piccoli destini di tre ventenni di Gaeta che decidono di concedersi una botta di vita accompagnando una quarta amica a Belgrado dove sarà assunta come cameriera in un ristorante. Non è difficile immaginare che ciascuna di loro sia gravata da un problema, anche se non è forse equilibrato accostare quello di un fidanzato fellone o quello di un’infatuazione lesbica a quello della scoperta di essere affetta da un tumore.
Le esordienti Le Caselle, Roveran, Adriani e Gastini risultano abbastanza credibili e si adattano senza forzature al ritmo rapsodico voluto dal regista, garbato nell’inanellare alcuni episodi da road movie giovanilistico, ma non altrettanto felice nel ritagliare sfondi ambientali inediti o sorprendenti e soprattutto nell’introdurre i personaggi “forti” che dovrebbero rappresentare un’alternativa all’itinerario iniziatico delle protagoniste e invece rischiano d’appiattirne i tenui sentimenti in fiore. La madre parrucchiera scombinata di Margherita Buy, il padre cialtronesco di Sergio Rubini e il professore fascinoso ma imbranato di Filippo Timi non è che siano stridenti sul piano professionale, ma obbediscono a motivazioni pretestuose in quanto di routine e viceversa. “Quei giorni” che dovrebbero diventare nell’amara e certo sentita deriva finale un ricordo unico e irripetibile, sembrano invece attorcigliarsi nelle recidive paturnie di quattro graziose signorine (un po’ troppo) senza qualità
QUESTI GIORNI
Regia: Giuseppe Piccioni
Con: Maria Roveran, Marta Gastini, Laura Adriani, Caterina Le Caselle, Mina Djukic
Drammatico – Italia 2016