Pubblicato il 2 Dicembre 2010 | da Valerio Caprara
0Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni
C’è qualcosa di grandioso e insieme di penoso nella rincorsa di Woody Allen all’orologio biologico. Ormai settantacinquenne, l’omino dall’intelligenza più affilata dello schermo cerca di non lasciare pause tra un film e l’altro, di allacciare titoli come se fossero puntate di un serial, di allestire nuove scene e immagini mentre quelle precedenti stanno appena cominciando a mostrarsi agli habitués del mondo intero. E’ dunque impossibile avvicinarsi all’annuale appuntamento senza soffermarsi in qualche modo a riflettere su questa forma originale e postmoderna d’autobiografia artistica (Cocteau avrebbe parlato di “cinema come morte al lavoro”). Anche perché le ripetizioni e le sovrapposizioni dello stile, così come le somiglianze e i ricalchi tra i personaggi che si ritrovano a misurarsi con le diverse età dell’autore stesso, rischiano di scontentare lo spettatore disinteressato al procedimento. Tanto è vero che alla fine di “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” (in originale “You Will Meet a Tall Dark Stranger”, molto più preciso nel metaforizzare l’incontro con la morte) le sensazioni si ritrovano a oscillare tra delusione e appagamento: acre ed elegante, ben recitato e spesso divertente, il film costituisce un’aggiornata appendice al pessimismo materialista di Woody che, ovviamente, diventa più radicale ogni giorno che passa. Per chi ama i giudizi a forma di stellette, è possibile magari aggiungere che la quarta trasferta londinese (dopo il riuscito ritorno a Manhattan con “Basta che funzioni”) gli consente di cancellare il ricordo dei mediocri “Scoop” e “Sogni e delitti”, ma non certo d’eguagliare uno dei suoi capolavori come “Match Point”.
Il meccanismo narrativo è ancora un girotondo, il rapsodico incrocio delle peripezie di un pugno di personaggi odierni soffocati dall’ansia di dare un senso all’insensatezza di esistere: l’attempato e sempre virtuosistico Hopkins lascia la moglie per riciclarsi come viveur (con l’aiuto del Viagra) al fianco di un’oca puttanella e l’abbandonata crede di risolvere l’ormai inflazionato affronto concedendosi alle profezie di una ciarlatana cartomante; mentre la figlia e il genero cercano di sfuggire alla crisi coniugale incombente invaghendosi, rispettivamente, dell’aitante capufficio e dell’esotica signora della finestra di fronte. Si potrebbe facilmente smontare il tutto, interpretandolo come un falso scespiriano passato al vaglio dell’irriverenza cinica dei Monty Python o alla stregua di una (bella) canzone di Vasco; eppure quest’apologia delle illusioni, ricamata a margine dalla fotografia “parlante” del leggendario Vilmos Zsigmond riesce ancora a trasmettere il fascino dell’autosufficienza drammaturgica alleniana. L’imprevedibilità del caso governa più che mai un universo chiuso e assurdo nonché abitato da una tragicomico campionario umano, in cui tanto la menzogna quanto la risata sono indispensabili per non indurre a scegliere da un momento all’altro la strada percorsa dal grande Monicelli.
INCONTRERAI L’UOMO DEI TUOI SOGNI
REGIA: WOODY ALLEN
CON: ANTONY HOPKINS, GEMMA JONES, LUCY PUNCH, NAOMI WATTS, JOSH BROLIN, ANTONIO BANDERAS, FREIDA PINTO
COMMEDIA – USA/SPAGNA 2010