Pubblicato il 30 Settembre 2010 | da Valerio Caprara
0Benvenuti al Sud
Buttarla troppo in politica potrebbe danneggiare “Benvenuti al Sud”. Un film di Luca Miniero che, in qualità di remake del campione d’incassi francese “Giù al Nord”, ambisce a essere soprattutto una farsa in punta di fioretto. Certo il gioco di sceneggiatura –ordito dallo stesso Miniero insieme a Massimo Gaudioso- prevede uno smascheramento degli eterni pregiudizi che animano lo sport nazionale d’insulti contrapposti, l’eterna e incanaglita zuffa tra nordisti e sudisti, polentoni e terroni, leghisti e borbonici. Ma il metodo prescelto è, grazie a Dio, quello di un ping pong sarcastico, con i luoghi comuni che s’infrangono l’uno dentro l’altro e servono essenzialmente per inanellare una serie di gag più accurate dell’odierna media a ben più alto budget.
Claudio Bisio, che sul grande schermo non aveva mai convinto appieno, è sicuramente in forma nel tratteggiare le paure del dirigente delle Poste Alberto, brianzolo trasferito per punizione in un ufficio di Castellabate che al primo impatto gli si rivela ovviamente popolato da strani e infidi individui. Rievocando con una certa grazia lo spirito delle commedie –prima vituperate e poi beatificate- del neorealismo rosa anni Cinquanta, il film è assai gradevole e scorrevole per gran parte del percorso, confortato com’è dalle recitazioni degli attori chiamati a incarnare le gogoliane anime perse dell’incantevole paesino del Cilento. In prima linea agisce infatti il postino innamorato e mammone, un personaggio di giusti sottotoni e calibrate timidezze che dimostra la concentrazione di Alessandro Siani, uno che dal vivo è abituato a fare sprigionare scintille solo accentuando un’espressione o un gesto. Ma anche sperimentati incantatori di pubblico come Giacomo Rizzo, solisti fuori standard come Angela Finocchiaro e Nando Paone e caratteristi di solida stoffa come Riccardo Zinna e Nunzia Schiano contribuiscono a conferire al teatrino d’equivoci quel misto d’ingenuità e malizia con cui il regista deride i dettagli paradossali mirando al bersaglio grosso. Un merito non secondario dell’operazione è, insomma, quello di rivolgersi al grande pubblico senza cedere alle consuete scorciatoie sguaiate e senza trascurare la proprietà dello specifico linguaggio (luci, colori, musiche, rapporto visivo e drammaturgico tra azioni e paesaggio). Purtroppo “Benvenuti al Sud” sconta un affievolimento dal momento in cui la moglie razzista di Alberto cala nel microcosmo campano e verifica di persona come quei minacciosi indigeni siano in realtà esseri umani superdotati di saggia filosofia e contagiosa umanità. Dicevamo, sia pure in senso lato, della politica: scivolando verso una conclusione zuccherosa, la commedia rischia di perdere la fragranza e di trovarsi ripiegata nella sua foderina didascalica. Per fortuna i colpi migliori sono già andati a segno e l’allegra compagnia d’attori può inserirsi con piena dignità nell’ingombrante album di famiglia.
BENVENUTI AL SUD
REGIA: LUCA MINIERO
CON: CLAUDIO BISIO, ALESSANDRO SIANI, ANGELA FINOCCHIARO, VALENTINA LUDOVINI
COMMEDIA – ITALIA 2010