Pubblicato il 30 Dicembre 2015 | da Valerio Caprara
0A Bigger Splash
Sommario: Opera brillante, ma rovinata da un disastroso finale.
2.8
Dopo avere dominato brillantemente e contro ogni pronostico la partita, “A Bigger Splash” si fa sfuggire la vittoria a causa di un disastroso quarto d’ora finale: Guadagnino, d’altronde, è un regista sui generis, acclamato all’estero (“Io sono l’amore”), ma visto male in patria perché ostenta un carattere spigoloso e gira film estranei ai canoni autorialmente corretti. Ci è voluto, in effetti, un bel coraggio a girare un libero rifacimento di “La piscina” di Deray (1968), giallo non eccelso diventato, però, di culto grazie al protagonismo della coppia Delon-Schneider all’acme del loro ineguagliabile fulgore erotico; e ce n’è voluto ancora di più a presentarlo in concorso in un megafestival, dove se non ci sono personaggi miseri, umiliati e offesi i fischi e i buu sono pressoché assicurati (e proprio così è andata a Venezia). In ogni caso nel nuovo film resta poco non tanto della trama, quanto dell’impianto originale che da molto spinto (rispetto all’epoca) e tradizionalmente thrilling si è trasformato in un girotondo torbido, perfido e provocatorio incentrato sulle nevrosi e le alienazioni procurate dal privilegio e dalla fama. Più Antonioni, insomma che poliziesco francese.
Lo scenario pour cause torrido di una villa di Pantelleria e la colonna sonora tanto aggressiva da sovrastare spesso il crepitio dei dialoghi supportano il gioco al massacro messo in scena da una rockstar provvisoriamente afona, il suo uomo mancato suicida, l’ospite ex manager e amante di lei e la lolitesca figlia che l’accompagna. Lo scirocco mediterraneo attizza le passioni e confonde le percezioni, gli artisti si spingono fatalmente al di là delle norme borghesi, la jam session di autodistruzioni, frustrazioni, segreti e bugie si esalta negli assoli e i duetti dell’incontenibile, istrionico Fiennes tutto sesso, droga e rock e della carismatica, inquietante e androgina Swinton mentre i giovani attori belli e dannati stentano a mantenersi all’altezza.
“A Bigger Splash”, insomma, scorre come uno dei rarissimi film italiani in grado di sollecitare fantasie ed emozioni turgide, “eccessive”, non rassegnate ad apparire salvifiche o prosaiche ed è confortante notare come l’ambizione dello stile alternato di carrelli, zoom e stacchi riproduca l’estenuata fluidità delle atmosfere in cui si mescolano al giusto ritmo edonismo e voyeurismo, sogno e delitto. Fino ai sopraccitati scarti finali grazie ai quali –tra migranti appena usciti da un reportage tv e Guzzanti mascherato da barzelletta sui carabinieri- il naufragar di Guadagnino non è dolce in questa piscina e questo mare.
A BIGGER SPLASH
REGIA: LUCA GUADAGNINO
CON: TILDA SWINTON, RALPH FIENNES, MATTHIAS SCHOENAERTS, DAKOTA JOHNSON
DRAMMATICO – ITALIA/FRANCIA 2015